di PAOLO DI LORENZO
Ci hanno pensato un po’, hanno atteso una serie di sentenze favorevoli e ora hanno deciso di richiedere ai proprietari di capannoni industriali dismessi la restituzione degli immobili non più operativi.
In soldoni, multinazionali come la Ritel, l’Alcatel prima, l’ex Omicron, l’ex Verbania ecc. dovranno riassegnare al Consorzio Industriale di Rieti le mura delle aziende chiuse. Si tratta di immobili ricevuti dallo Stato (Regione e Ministeri vari) che sono stati accompagnati negli anni anche da una serie di finanziamenti pubblici ed europei. Esiste una precisa legge che consente questa specie di “esproprio”: è la n. 23 del 1998 in materia di finanza pubblica, che mira ad evitare speculazioni di tipo immobiliare su fabbriche chiuse.
“Potrebbe sembrare che dal 1998 ad oggi si sia perso tempo utile per farsi ridare i capannoni vuoti – dice Andrea Ferroni – ma non è così. In realtà abbiamo dovuto aspettare l’ufficializzazione di sentenze favorevoli che ammettono l’applicazione della norma. L’Aquila, Bari, Latina, tutti i tribunali hanno dato ragione ai consorzi industriali. Noi offriremo questi stabilimenti agli imprenditori che vorranno insediare nuove produzioni e nuova occupazione. Sarà tutto a prezzi stracciati”. Le aziende interessate possono presentare manifestazioni di interesse per questi stabili entro il 31 gennaio.
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