Albano Carrisi a Greccio in occasione dell’ultimo incontro per i 100 anni della rivista San Francesco. Un incontro di significativo interesse, condotto dal direttore del mensile francescano padre Enzo Fortunato,
che ha catalizzato l’attenzione dei presenti sul tema della “rinascita”.
All’ appuntamento con “Le piazze di Francesco” hanno partecipato il Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili, il Guardiano del Santuario del Primo Presepe, padre Carlo Serri, ed il sindaco Emiliano Fabi.
«La piazza di Greccio – ha dichiarato padre Enzo Fortunato – ci ricorda una delle più belle verità della nostra vita: ogni giorno è un’occasione per rinascere».
Dopo Assisi, Foligno, Alviano, Ascoli Piceno, Perugia, Ancona, Alessandria, Roma, Bologna, Santa Maria degli Angeli e Gubbio il viaggio ha fatto dunque tappa a Greccio dove, raccontano le Fonti Francescane, circa quindici giorni prima della festa della Natività, il beato Francesco chiamò uomo di nome Giovanni e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio l’imminente festa del Signore, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e in qualche modo intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato; come fu adagiato in una mangiatoia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».
Albano, nel suo intervento, si è lasciato nostalgicamente are alla nostalgia di un passato che assicurava un coinvolgimento diverso nell’allestimento del Santo Presepe. «Oggi è il presepe del consumismo totale, allora era il presepe dei valori», ha dichiarato il cantautore publiese – offrendo al vescovo di Rieti, Mons Pompili, lo spunto per una riflessione sul senso della festa, che «è una cosa diversa dal tempo libero e dal non lavorare. La festa ha di suo la capacità di coinvolgimento: non si può far festa da soli, bisogna farlo insieme, gomito a gomito, ed è questo, credo, quello che san Francesco sperimentava, voleva che partecipassero tutti, compresi gli animali». Mentre oggi, pare ci si perda nella forma esteriore, finendo con il vivere più la frenesia dei preparativi che la festa vera e propria.
Foto Massimo Renzi
Verissima l’osservazione di Albano.