L’Inizio dell’anno scolastico a Rieti sta assumendo dei contorni tragicomici: da una parte studenti costretti a far lezione in corridoio, con tanto di polizia chiamata, mancano solo le presidi che si tirano i capelli; dall’altro la tragedia delle famiglie con figli disabili, che ancora una volta si vedono negare il diritto all’assistenza, a causa di una serie di inadempienze di Provincia e Comune. A condire il tutto i bambini ed i ragazzi delle frazioni lasciati a piedi dal comune di Rieti, che non ha attivato nei tempi lo scuolabus. Questo il quadro desolante di una classe politica che non è più in grado di compiere il proprio dovere; l’apertura delle scuole non è questione emergenziale, è una certezza, con numeri e criticità note. Programmare, fare in modo che il diritto allo studio sia garantito a tutti, è il minimo che chi amministra deve assicurare ai suoi cittadini. Invece di inventarsi slogan e progetti astrusi sulla “città dei bambini”, invece di riempirsi la bocca di parole un Sindaco serio si sarebbe dovuto preoccupare che all’apertura dell’anno scolastico, tutto funzionasse; un presidente della provincia, che oramai è più figura onorifica che operativa, avendo tra l’altro a disposizione complessi praticamente nuovi, avrebbe dovuto compiere una ricognizione e garantire a tutti un’aula dove studiare. E soprattutto permettere ai ragazzi con disabilità di poter studiare nelle migliori condizioni, dovrebbe essere la principale priorità di tutti, soprattutto di chi tutti i giorni si riempie la bocca con la parola “integrazione”. Ed invece il quadro desolante di questi giorni. Una classe politica sempre più simile ad un circo, dilettanti allo sbaraglio, buoni solo a balbettare rimbalzando responsabilità ora sugli uni ora sugli altri. Povera Rieti
Area Rieti
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