Il play out contro Biella è un’incognita, ma Ale Rossi vuole la salvezza della “sua” Rieti

Mag 19, 2021 | Basket | 0 commenti

RIETI – Domenica la Npc comincerà il suo primo play out . La compagine reatina che è giunta al sesto campionato consecutivo in serie A2, non ha mai affrontato questa competizione che può essere letta come un play off, ma all’incontrario. Sarà una serie in 5 partite, contro Biella. Rieti beneficerà del fattore campo, ma soltanto sulla carta. Infatti, nonostante le molte riaperture verso le quali le autorità governative sono incoraggiate in ragione dei confortanti dati pandemici, gli sport al chiuso, almeno per il momento, almeno per la serie A2 di basket, resteranno off limits, non essendo consentita neanche una limitata partecipazione da parte degli  sportivi. La Npc ha vissuto un percorso di relativa crescita durante il proprio percorso nella seconda lega nazionale. A seguito della prima, tribolatissima salvezza che fu raccolta, a dispetto di una formazione oggettivamente mediocre, dall’allora tecnico Luciano Nunzi, hanno fatto seguito campionati di relativa tranquillità. La Npc si è sempre barcamenata intorno alla metà della classifica, rimanendo però ben distante dalla zona retrocessione e, con questa, dai play out. L’apice fu raggiunto con la conquista dei play off. Era la squadra di Gigli (claudicante a dir poco), Ogo Adegboye e Bobby Jones. La Npc superò brillantemente Forlì al primo turno per poi venire eliminata da Treviso. Lo scorso anno esplose la pandemia, con conseguente blocco del campionato. In seguito a ciò, si sapeva che il torneo corrente sarebbe stato di tribolazione. Per molte società, come per Biella da una parte e la Npc dall’altra. Nessuno, però, avrebbe mai pronosticato uno scontro per non retrocedere tra queste due compagini perché, quella che, tra le due, uscirà sconfitta dal confronto (servirà vincere tre partite) retrocederà irrimediabilmente in serie B. La Npc si approssima a questa serie play out con una squadra tutta da decifrare. “Stiamo cercando di ricostruire per l’ennesima volta la nostra formazione da zero – dice il coach reatino Alessandro Rossi – Stavolta saremo chiamati a farlo in una sola settimana, con equilibri e giocatori completamente nuovi”. Su quali effettivi potrà contare, il bravo Rossi, per la sfida ai piemontesi? “La più grande incognita sono le condizioni dei giocatori reduci dal covid (quindi Sanguinetti e Sabatino, ndr) come di Piccoli (che è fermo ormai da un paio di settimane per problemi muscolari, ndr) – prosegue Rossi – Stiamo tentando di recuperare pure Claudio Tommasini (che ha subito un intervento chirurgico e che è ai box da mesi, ndr), ma al riguardo non nutriamo certezza alcuna”. Il problema della Npc è quello di riuscire a competere a livelli agonistici ai massimi livelli in una serie play out che si preannuncia tirata come non mai, essendo reduce da un periodo tremendo, con diversi giocatori out per il virus ed altri fermi causa accidenti muscolari: Stefanelli (perdita gravissima) e Amici su tutti. “La vera incognita è proprio questa – rimarca Rossi – Quanto potremo reggere a livello di forma fisica, di agonismo allo stato puro in una serie di partite all’ultimo sangue che saranno giocate a distanza brevissima l’una dall’altra? Non abbiamo risposte al momento, e non potremo averne se non sul campo di gioco”. La Npc potrà contare su di un nuovo americano con passaporto portoghese: Jeremiah Wilson, atleta di buona esperienza internazionale e nazionale (classe 1988) reduce da un campionato in LBA (con Brescia), ma visto già a Cantù e, alla sua prima esperienza italiana, in A2 con Imola. Wilson prenderà il posto di Taylor. “Wilson è arrivato qui a Rieti da pochi giorni, si sta inserendo in punta di piedi ed è un cestista esperto – così lo descrive Ale Rossi – Non penso possa portarci da solo alla vittoria anche perché non ci sono giocatori capaci di fare la differenza che siano disposti a scendere di categoria per disputare un play out. Le sensazioni sono buone, ma noi non conosciamo lui e lui non conosce noi e non avremo che pochi giorni per farlo. Speriamo egli dia il proprio apporto in termini di solidità ed esperienza anche perché è davvero arduo incidere in misura determinante in così poco tempo”. La Npc potrà in ogni caso fare pieno affidamento sulle capacità tecniche, tattiche e psicologiche di Alessandro Rossi che, non si dimentichi, oltre ad essere un ottimo coach è anche un “mental coach” poiché ne ha titolo. Siamo certi che il tecnico napoletano, ma ormai reatino d’adozione (“i miei figli – ama ripetere bonariamente Alessandro – stanno imparando il dialetto reatino piuttosto che quello napoletano”), riuscirà a condurre in salvo la Npc. “Spero tanto – conclude Rossi con la solita, apprezzata modestia – di riuscire in questa che al momento è una, seppur piccola (!), impresa”. (Valerio Pasquetti)

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