MONS. POMPILI, OMELIA GIUBILEO DEI RELIGIOSI

Feb 2, 2016 | Cultura e Spettacolo | 0 commenti

Giubileo dei religiosi e delle religiose (2 febbraio 2016)
(Mal 3, 1-4; Eb 2, 14-18; Lc 2, 22-40)
“Quando venne il tempo per compiere il rito della loro purificazione… portarono il bambino Gesù a Gerusalemme”. E’ davanti a due anziani carismaticiche Gesù viene presentato nel suo ruolo messianico. In realtà, la purificazione secondo la legge di Israele riguardava solo la madre e perciò appare sorprendente quel riferimento al figlio e alla madre insieme. Non esisteva alcuna indicazione circa il bambino in occasione del rito della purificazione della madre che consisteva nell’offrire in sacrificio un agnello o, se in una condizione povera, due tortore o due colombi. Maria che era povera offrì due colombe. Ma il cuore della scena resta il figlio di fronte a cui prima Simeone e poi Anna prendono posizione con parole che lasciano meravigliati il padre e la madre. Parole che giungono all’apice quando Simeone dopo essersi congedato da questo mondo per aver visto finalmente il Messia esclama: “Egli è stabilito per la rovina e la salvezza di molti in Israele, segno che sarà oggetto di contraddizione”.L’incontro del vecchio con il neonato alle porte del tempio è l’incontro di due epoche: la fine dell’attesa e l’inizio dell’era nuova. Tutto ricomincia grazie al Messia, di fronte al quale bisogna prendere posizione.
A pensarci, la vita religiosa, nelle sue molteplici forme, nasce da questa consapevolezza che richiede una decisione in grado di orientare tutta la vita. “Seguire Cristo più da vicino” non implica una superiorità, ma suggerisce una prossimità (‘più vicino’), che trova conferma nella storia di tante donne e di tanti uomini che nel corso della storia hanno dedicato tutto a questo incontro. Vorrei oggi con voi riscoprirne una: AngelellaGuadagnoli o Petrozzi secondo più recenti studi, che nacque a Rieti proprio il 2 febbraio 1467, quando secondo la tradizione agiografica una colomba si posò sul suo petto e sulla sua bocca. E per questo venne chiamata Colomba. Colomba da Rieti!
Sembra una storia lontana eppure la contemporaneità della fede che non conosce distanze ce la rende vicina e provocante. A partire dalla sua scelta di rifiutare il matrimonio concordato dal padre e al quale si sottrasse. Decise infatti di entrare nella famiglia domenica, dopo un pellegrinaggio che compì, ispirata da una visione in cui San Domenico e Santa Caterina le chiedevano di partire per una meta ancora sconosciuta. Il viaggio la condurrà poi fino a Perugia. C’è in quest’intuizione di Colomba un indizio per la vita consacrata. Essa sboccia sempre laddove ci si sottrae alle obbligazioni della vita sociale e culturale e ci si mette in viaggio verso un luogo sconosciuto che è Dio, il quale sovverte i nostri piani e si impone con una sorprendente leggerezza. ‘Intuere’ è la prima condizione per la rinascita della vita religiosa. Cioè intuire che può esserci un’altra strada che non sia quella scontata. All’epoca il matrimonio, per di più già preconfezionato. Oggi forse non scegliere alcunché. Anche se statisticamente sono diminuite queste chiamate trasgressive sono possibili. Se oggi il trend culturale è quello di non decidersi mai per niente di definitivo la vita consacrata è invece una scelta che va in controtendenza. Così Gesù Cristo diventa un segno di contraddizione.
Colomba si ritrovain una Città devastata dalle tensioni sociali e politiche, ma non si ritrae; anzi diventa un riferimento per tutti a motivo della sua vita rigorosa ed essenziale. E attira a sé presto altre giovani in un momento in cui veniva guardato con sospetto questo ingresso preferendosi per la vita monastica vedove e, comunque, persone in età matura. Lei invece apre alle giovani e in pochi anni da cinque le sorelle diventano tredici e poi quaranta nel 1497. Anche questa scelta è una provocazione per la vita religiosa di oggi, sia maschile che femminile. Bisogna tornare a credere nelle giovani generazioni che sono disorientate e sicuramente in numero ridotto. Ciò nonostante la vita religiosa è una scelta che attrae da subito e non alla fine, suscita attenzione quando si è in età giovanile e non in fase avanzata. Ciò significa orientare le proprie attività nella direzione di un incontro con le classi più giovani, come accade nella scuola e nell’attività assistenziale. Mai dimenticando che ciò che attrae non è un di meno di radicalità, ma un di più di intensità. ‘Considera’ è la seconda scelta della vita religiosa: cioè valuta con attenzione a chi indirizzare la proposta, senza farsi prendere dalla paura dei numeri.
Colomba non passa inosservata e viene accusata di stregoneria, sottoposta a diversi indagini ecclesiastiche, costretta nei limiti del suo convento. Ciò nonostante sopravvive a questa strategia della tensione intensificando il suo rapporto con Dio e impegnandosi per la rinascita sociale della Città come per quella morale della Chiesa. Non esita a parlare con chiarezza ad Alessandro VI che non vive secondo l’altezza del suo compito. ‘Contemplare’ è la terza via della vita religiosa. Cioè mantenere uno sguardo sempre allargato alle dimensioni di Dio e avere la forza di entrare dentro le questioni più concrete. La vita religiosa oggi ha bisogno di questo respiro che è spirituale e pure sociale ed ecclesiale.
‘Intuere’, ‘considera’, ‘contempla’ (S. Chiara di Assisi) è la strada anche oggi della vita religiosa, per la quale la Chiesa rende grazie a Dio.Così si compie quanto scrive la lettera agli Ebrei: “Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo”.

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