Cari comuni fondetevi, solo così potremo finalmente sfruttare le potenzialità del nostro territorio
Che magone questa mattina nel seguire “Paesi che vai”, su Rai Uno! Mentre la trasmissione ci guidava lungo il Cammino di Francesco, montavano insieme orgoglio e amarezza: orgoglio per le nostre tante bellezze, amarezza per l’incapacità di saperne trarre beneficio. Com’è possibile? Dove si è inceppato il nostro futuro?
Per decenni non siamo riusciti a realizzare strade degne di questo nome.
Malgrado una Capitale d’Italia (un bacino di 5 milioni di persone) a soli 80 km, non siamo riusciti a realizzare un collegamento ferroviario diretto, decente. Probabilmente manca quella visione d’insieme che potrebbe darci l’input necessario alla ripartenza. “Non siam popolo”, “siam divisi”. Rubiamo questi pochi versi al nostro inno nazionale perché riteniamo che nel richiamo di Mameli all’unità si trovi la soluzione ai nostri atavici problemi: “Di fonderci insieme, già l’ora suonò”.
Mettendo da parte la solennità dell’inno e sostituendola con il pragmatismo della politica, è tempo di prendere consapevolezza della necessità di superare le mura delle nostre rocche, oggi non più strumento di difesa ma ostacolo alla crescita. Accantoniamo il maledetto campanilismo che ci fa piccoli e ci rende competitor, quando invece noi piccole realtà dovremmo essere unite da fratellanza, accumunati – ancor più dopo i tragici eventi del 2016 – da uno spirito di rilancio e rinascita.
Da dove cominciare a smuovere questa Provincia? Ribadiamo: “fondiamoci insieme”.
Noi crediamo che si debba necessariamente iniziare da servizi “intercomunali” condivisi, Scuole, Mezzi Pubblici, Polizia Locale, Servizi Tecnici, Servizi Finanziari, Anagrafe, tutti servizi che andrebbero gestiti a mo’ di “Comune allargato” liberando risorse economiche ed umane da utilizzare in altri settori (leggasi manutenzione del territorio).
Terminillo Stazione Montana, il fatidico e ventennale progetto di rilancio della “Montagna di Roma”, è l’esempio più lampante della “divisione” del nostro territorio. Sono oramai vent’anni che ci presentiamo in Regione divisi; 5 piccoli (anche piccolissimi) comuni che si presentano al cospetto della Regione Lazio per trattare un finanziamento da 20 milioni di euro (suddiviso in 6 casse distinte e separate), con la Provincia relegata a semplice passacarte. Non è accettabile. Un progetto di tali proporzioni, doveva necessariamente ricadere “interamente” in mano alla Provincia, che ne doveva curare progettazione e informazione, per poi, a nome di tutti, battere i pugni in Regione per pretenderne (se tutto regolare) una rapida approvazione.
Il “Cammino di Francesco”, fiore all’occhiello della nostra Provincia, continua imperterrito ad avere grossi problemi di manutenzione (di questi giorni la notizia dell’intervento della Provincia per ripristinarne alcuni tratti di competenza comunale – Grazie Presidente Calisse). Per colpa di chi? Per colpa di nessuno. Per colpa di tutti. Sono troppe le teste, troppi gli interessi, troppi i “campanili”: manca una vera visione d’insieme, e a rimetterci è sempre il “pellegrino” che non trova neanche un bagno pubblico aperto (per non parlare di tutti gli altri servizi).
Laghi, fiumi, montagne, riserve naturali, Santuari: abbiamo un patrimonio naturalistico e culturale che non dovrebbe farci sentire inferiori a nessuno in Italia, ma che solo unendoci potremmo finalmente riuscire a sfruttare. Già l’ora suono!
————————————————Movimento Civico “27 Maggio” Cantalice
Presidente: Luca Nucci
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