Obesità, in Italia più di 25 milioni di persone sono in sovrappeso

Gen 8, 2023 | Altre Notizie | 0 commenti

di Marco Staffiero

Gli antichi saggi sottolineavano l’importanza del cibo e di come poteva essere usato come medicina. Con il tempo, con l’affermarsi di un modello di vita sempre più frenetico, anche l’alimentazione è cambiata, dando poca attenzione ad un’azione giornaliera di importanza primaria. Cibo sempre più impacchettato, scadente, pieno di conservanti, di grassi e di zuccheri inquina il nostro organismo provocando il problema dell’obesità con tutte le sue inevitabili patologie mortali.  L’Italian Barometer Obesity Report, realizzato da IBDO Foundation in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, parla chiaro: in Italia più di 25 milioni di persone sono obese o in sovrappeso. In pratica il 46% degli adulti (oltre 23 milioni) e il 26,3% dei bambini e adolescenti tra i 3 e i 17 anni (2,2 milioni). Oltre ai dati, a preoccupare gli esperti è il fatto che una larga quota di italiani non riconosca di avere un problema di peso: l’11,1% degli adulti con obesità e il 54,6% degli adulti in sovrappeso ritiene di essere normo peso e ben il 40,3% dei genitori di bambini in sovrappeso o obesi considera i propri figli sotto-normo peso.Dal Report emergono differenze di genere (fra gli adulti l’11,1% delle donne è obeso contro il 12,9% degli uomini; tra i bambini e gli adolescenti il 23,2% delle femmine in eccesso di peso contro il 29,2% dei maschi) e territoriali a svantaggio del Sud e Isole, dove rispettivamente il 31,9% e il 26,1% dei bambini e degli adolescenti è in eccesso di peso rispetto al 18,9% al Nord-Ovest, al 22,1% al Nord-Est e al 22% al Centro. Le diseguaglianze territoriali si confermano anche tra gli adulti, con un tasso di obesità che varia dal 14% al Sud e 13,6% nelle Isole, al 12,2% del Nord Est, al 10,5% del Nord-Ovest e Centro. Sottovalutare le cause e le conseguenze dell’obesità porta a complicanze, come lo sviluppo di problemi di salute mentale, disturbi cardiaci, diabete di tipo 2, nonché alcuni tumori e problemi a scheletro e articolazioni. “Si stima – ha spiegato Paolo Sbraccia, vicepresidente IBDO Foundation e professore ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma Tor Vergata – che questa malattia causi il 58% dei casi di diabete tipo 2, il 21% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 42% di alcuni tumori e porta a circa 57mila morti annuali solo nel nostro Paese”.

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