“La manifestazione che abbiamo
messo in campo – scrivono – è stata
un primo segnale di come stia nalmente
aumentando la consapevolezza
di tutti noi verso un problema così
serio come il rischio sismico degli
edi ci scolastici e strategici ai ni di
protezione civile. Questa giornata è
il risultato di numerosi incontri con
tecnici, docenti, Presidi, studenti, genitori
no a quello di sabato scorso
con il Dipartimento di Protezione
civile, il MIUR e le istituzioni locali
(presenti il Sindaco di Rieti Petrangeli
e il Vice Presidente della Provincia,
Antonacci, a ancato dai tecnici).
Proprio durante questo incontro,
rappresentanti del Comitato
Scuole Sicure hanno premesso
che la manifestazione
non deve essere letta come
un’iniziativa contro qualcuno
ma esclusivamente volta
a risolvere il problema, cioè
ridurre drasticamente il rischio
che i nostri gli corrono
all’interno di edi ci ad
alta vulnerabilità sismica.
Per questo abbiamo da subito
chiesto di cominciare a
fare prevenzione per la mitigazione
del rischio, trovando soluzioni alternative,
e di accelerare gli investimenti
per rendere adeguate, ove possibile,
tutte le scuole della provincia di
Rieti. Ed è proprio questo l’obiettivo
comune a tutti, perseguito anche dagli
studenti delle superiori che manifesteranno
martedì. Prendiamo atto
che, per il momento, i rappresentanti
d’istituto eletti lo scorso anno stanno
orientando la protesta esclusivamente
verso “le istituzioni statali”,
mentre da parte nostra c’è la volontà
di far capire ai ragazzi quanto anche
Comuni e Provincia possono fare
nell’immediato per la prevenzione
del rischio che loro corrono in prima
persona. Infatti, come è emerso
chiaramente proprio nell’incontro al
Dicomac, i fondi (http://www.istruzione.
it/edilizia_scolastica/index.
shtml), anche se ancora
insu cienti, da un
po’ di tempo cominciano
ad arrivare ma sono proprio
Regioni, Province e
Comuni ad averli gestiti
male. Vorremmo, quindi,
che il frutto di questo
momento di emergenza
possa essere occasione
per una rivisitazione di
tutta la logistica scolastica (abbiamo
scuole vuote come quella recentemente
ristrutturata in via S.Agnese e scuole
che traboccano), per valutare strutture
alternative anche a seguito di ulteriori
veri che sismiche su edi ci pubblici
inutilizzati (Consorzio Industriale, ex
Bosi, ecc..), per dare un’accelerazione ai
progetti in approvazione e a quelli già
nanziati (Alberghiero, Agraria, Liceo
scienti co sede via Piselli, media Sisti,
ecc..) eventualmente valutando opportune
nuove dislocazioni, per recuperare
risorse non utilizzate (ci sono fondi
in perenzione che devono essere immediatamente
riattivati), per chiedere
con forza al Governo di aumentare il
Fondo unico per l’edilizia scolastica ed
altri fondi ad “hoc”. Tutto questo, data
l’imprevedibilità del rischio sismico,
deve necessariamente contemplare anche
la chiusura di scuole in edi ci non
adeguati sismicamente”.
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