Real Sebastiani, parla Alex Finelli: “Umiltà, resilienza, continuità e tenacia dovranno essere la nostra forza!”

Ago 11, 2021 | Basket | 0 commenti

RIETI – Alex Finelli è il nuovo allenatore della Real Sebastiani. Roberto Pietropaoli e Alessandro Giuliani hanno deciso di affidarsi a lui per raggiungere l’obiettivo della società: la conquista della serie A2. Un risultato che, lo scorso anno, era nelle ambizioni del sodalizio reatino, ma che non fu ottenuto per una serie di errori imputabili, prevalentemente, a mancanza di esperienza. Il patron amaranto celeste, memore di ciò che accadde, ci è voluto andare con i piedi di piombo e, dopo aver riportato a Rieti un direttore sportivo del calibro di Alessandro Giuliani, ha scelto quale mentore della sua squadra un coach tra i più bravi: Alex Finelli. Il tecnico bolognese è stato più volte a Rieti, soprattutto ai tempi della Nsb di Gaetano Papalia. “Rammento che la prima volta che venni a Rieti fu allorché guidavo Pavia – dice il tecnico amaranto celeste – Avevamo in squadra  un giovanissimo Danilo Gallinari (17enne) che, al PalaSojourner, ne mise 13, mi pare di ricordare, ma perdemmo egualmente. Poi ci sono tornato nelle due stagioni che ho vissuto alla Premiata di Montegranaro, in serie A1, tra il 2007 e il 2009. So che tra le due tifoserie vi è aperta ostitilità, me lo hanno raccontato. Mi pare che, su 4 partite giocate, ne vincemmo tre e ne perdemmo una”. Alex Finelli non è soltanto un grande tecnico dello sport dei giganti, ma dispone pure di altri titoli professionali. “Si, sono un “formatore” ed un “team builder aziendale” – prosegue Alex – Sono titoli che ho voluto acquisire per migliorare la capacità di gestione delle persone e, quindi, rimanere concentrato nella gestione dei giocatori. Tuttavia ho utilizzato e utilizzo questi titoli anche fuori dal mondo del basket come, ad esempio, nella capacità di creazione di progetti per gli adolescenti”. Oggi Alex Finelli sta terminando le proprie vacanze estive perché, lunedì venturo, sarà già a Rieti per l’inizio della preparazione della “sua” Real Sebastiani. La domanda, in questo caso, è d’obbligo: perché un coach affermato e di valore qual è Finelli ha accettato di guidare una squadra di serie B? “E’ stata una decisione istintiva e passionale dopo che, con l’arrivo di Giuliani, ho compreso le ambizioni societarie e dopo aver incontrato Roberto Pietropaoli che  mi ha inebriato con la sua ambizione, con la sua passione, con la sua concretezza. Valori che avevo apprezzato indirettamente già dalla scorsa stagione, ma che nella circostanza ho potuto valutare personalmente. Tutto ciò mi ha pienamente coinvolto nel “progetto-Sebastiani”. Questa esperienza che sto per cominciare a vivere  a Rieti, mi riconduce a ciò che mi accadde diversi anni or sono a Bologna, con la Fortitudo. Ieri, come oggi, è stata una scelta di cuore che mi ha totalmente coinvolto”.  Secondo le tue competenze e negli ultimi anni, c’è mai stata una squadra tanto competitiva in serie B qual è la nostra Real Sebastiani? “Il mio pensiero va ancora una volta a quella che fu la “mia” Fortitudo Bologna poiché la “mia” Sebastiani la ricorda. All’epoca potevo contare su cestisti veterani in A2 del livello di Lamma, Cittadini e Malaventura oltre a due specialisti quali Silvio Gigena ed Alessandro Muro. Ma, attenzione, nonostante ciò dovemmo sacrificarci indistintamente, tanto è che guadagnammo la promozione vincendo soltanto in gara-5, fuori casa e all’ultimo secondo”. La Sebastiani è la società favorita per la promozione dell’intera serie B. Ciò potrebbe causare, proprio come fu nel 2003/04 con la Nsb, una crescita della pressione psicologica. Ciò può essere un problema? “La nostra squadra è stata allestita seguendo le linee guida e le ambizioni della società. Abbiamo cercato persone serie e competenti, firmando giocatori provenienti dal campionato di A2. Oggi siamo consapevoli del potenziale di questa squadra, ma anche che con le chiacchiere non si arriva da nessuna parte poiché tutto va costruito e guadagnato col sudore, con l’umiltà, con la coesione e con le competenze. La serie B è un torneo difficile,  un campionato che si vince soltanto a maggio. Serviranno continuità e resilienza, ma anche una tenacia importante per fare nostro l’obiettivo”. Memori di ciò che accadde lo scorso anno, con un super utilizzo dei tre tenori della Sebastiani (Ndoja, Loschi e Traini), nasce un po’ di apprensione per l’età non proprio giovanissima dei cestisti migliori della squadra: Stanic e Piazza, ma anche Ghersetti, Ndoja, Chiumenti. Potrebbero esservi difficoltà nella gestione di questi atleti? “No, assolutamente no, nella maniera più assoluta. Si tratta di atleti maturi, esperti, che devono essere gestiti nella maniera adeguata per condurli ai play off nella migliore condizione. Tutti loro ci daranno un valore aggiunto proprio nei play off, con due giocatori nello stesso ruolo e sempre un play pronto, esperto e di valore a guidare la squadra. Nessuno tra questi avrà minutaggi esagerati e saranno gestiti nel migliore dei modi”.Il girone nel quale milita la Sebastiani è un raggruppamento serio e competitivo, decisamente di un altro livello rispetto a quello dello scorso anno. Quali sono le compagini che reputi più competitive ed in grado di competere con la Sebastiani?  E della Npc, che cosa ne pensi? “Su tutte, credo che Rimini ha le stesse nostre ambizioni, vanta un progetto importante, anche perché dispone di un allenatore del calibro di Mattia Ferrari; Roseto ha mantenuto l’organico dell’altro anno e dobbiamo temere questa squadra; poi c’è la Npc con sette senior che hanno molta esperienza in B e la Npc è una squadra sicuramente ambiziosa; poi mi vengono in mente ancora Ancona e Cesena. Noi siamo quelli che vogliono vincere e nei 4 gironi siamo i più accreditati, senza se e senza ma!”. La Real Sebastiani può contare anche su tre “under” di assoluto valore,  probabilmente come mai è accaduto per una squadra di questa cittadina. “E’ vero, disponiamo di tre under bravi e ambiziosi, il cui reale valore lo conosceremo ed apprezzeremo giorno dopo giorno. Ma io non voglio parlare di “under” bensì di 10 giocatori che compongono in maniera eguale la nostra squadra”. Le ultime direttive governative consentono l’ingresso nei palasport al 35% degli spettatori complessivi. Ciò significa che, nel PalaSojourner, potranno entrare all’incirca poco più di 1000 spettatori. Sempre che l’evoluzione della pandemia non  conduca ad ulteriori e gravose modifiche. “Rispetto a ciò che è accaduto lo scorso anno serve accontentarsi. I 1000 spettatori al PalaSojourner li vedo molto bene e sarebbero già qualcosa. Il popolo- Sebastiani ha desiderio e necessità di pallacanestro, serve un sesto uomo importante come Rieti ha sempre avuto e necessita che siano in tanti ad appassionarsi alle gesta della Sebastiani. Questa è un’altra importante missione per noi, a Rieti c’è tradizione, serve il coinvolgimento dei giovani, servono le famiglie e serve una squadra che sappia risollevare le gloriose gesta della Sebastiani. Noi ed i giocatori stiamo qui per questo”. (Valerio Pasquetti)

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