RIAPERTE LE PORTE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO CICOLANO

Lug 24, 2022 | Cultura e Spettacolo | 0 commenti

 

di _Rossana Alessandrini_

È il piccolo centro di Corvaro, borgo situato nel comune di Borgorose, in provincia di Rieti, al confine tra Lazio e Abruzzo, la sede ufficiale del Museo Archeologico Cicolano che, dopo un lungo periodo di chiusura, ha riaperto i battenti per tornare ad essere il centro della vita culturale del territorio.
Il Museo Archeologico Cicolano, inaugurato il 17 dicembre 2016, è una realtà relativamente giovane, nata ad opera della Comunità Montana del Salto Cicolano, che tuttora gestisce la struttura, grazie ai fondi stanziati dalla Regione Lazio, e dedicata all’esposizione di tutti i manufatti e i reperti venuti alla luce durante le campagne di scavo promosse dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio a partire dal 1984.
Il MAC è un vero e proprio scrigno dei tesori che il tumulo funerario di Corvaro (costruzione di estrema importanza, edificata tra la secona metà del VII secolo e inizio del VI secolo a.C.) ha rivelato nel corso degli ultimi 40 anni di indagini e ricerche, ma nel museo sono raccolti anche dei materiali relativi alla zona del Cicolano.
Quello del Cicolano è un territorio con oltre 2000 anni di storia alle sue spalle, abitato sin dalle epoche più antiche, quando i conquistatori romani dovettero fronteggiare l’impavida popolazione degli Equi, che per prima si era insediata in loco.
A Corvaro, Torano e Cartore ci sono siti archeologici che testimoniano la loro presenza nel territorio, e che ci hanno consegnato tracce di grande valore, tutte conservati nel Museo Archeologico Cicolano. Nel MAC si possono ammirare gioielli, armi, statue e oggetti quotidiani di una popolazione ricca e bellicosa, citata persino da Virgilio nella sua Eneide.
I materiali esposti, non a caso, provengono infatti in gran parte dalle necropoli equicole arcaiche (il già citato tumulo di Corvaro e le necropoli di Cartore e Pietraritta, IX-V sec.a.C.) e dai depositi votivi di alcuni santuari di età repubblicana (IV-I sec.a.C). Particolarmente ricca la sua collezione: l’allestimento del percorso museale è suddiviso in dieci sale che inquadrano in ordine cronologico le varie fasi di occupazione del Cicolano. Si inizia dal sito protostorico della grotta di Val dé Varri, riferibile all’Età del Bronzo Medio (XVI-XV sec.a.C.), fino ad arrivare cronologicamente alla piena Età Imperiale (I-IV secolo) rappresentata dalle terme di Cliternia, dall’edificio civile del municipium di Nersae e dall’ultimo sito archeologico oggetto di scavi recenti: la villa rustica di San Martino di Torano. Nel mezzo, la sala centrale, fulcro dell’esposizione, dedicata interamente al monumentale tumulo della piana di Corvaro, denominato “Montariolo”, unicum nel panorama funerario italico.
Ma il MAC è molto di più un semplice spazio museale dedito alla conservazione di tracce di antichità, è molto di più di un mero e grigio archivio del passato: è stato concepito per essere un luogo di incontro, proprio attraverso la scoperta e la valorizzazione delle proprie radici e della propria storia, un centro di aggregazione e promozione culturale per tutto il Cicolano, un museo candidato ad avere un deciso ruolo educativo e sociale.
È con queste premesse che oggi si riparte, guardando al futuro, e lo si fa proprio da qui, da un ambiente che si si è sempre prefissato l’obiettivo di essere accogliente e inclusivo, verso tutti: anziani, disabili, giovani. È soprattutto a questi ultimi che il MAC si rivolge, alle nuove generazioni, affinché siano eredi e testimoni consapevoli, appassionati, orgogliosi di ciò che questo suggestivo territorio, incastonato tra due splendide regioni, ha vissuto e sa raccontare.

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