RIESORSE SABINE, NOMI E COGNOMI DEL DISASTRO POLITICO

Apr 22, 2015 | Economia, Politica | 0 commenti

di RIETI VIRTUOSA

Buona parte della classe politica locale ha la piena responsabilità di questo disastro sociale ed umano rappresentato dalla nascita e morte ad orologeria di Risorse Sabine. E finché non si fara’ chiarezza e pulizia vera non ci saranno interventi esterni che potranno salvare la società e i suoi dipendenti.

A dare ancora una speranza ai lavoratori di Risorse Sabine forse potranno essere solo gli avvocati.

Come Movimento civico Rieti Virtuosa pretendiamo che venga finalmente spiegato ai dipendenti ed ai cittadini tutti, visto che Risorse Sabine è sostenuta da soldi pubblici, a cosa sono servite la miriade di consulenze e appalti per centinaia di migliaia di euro (http://www.risorsesabine.it/contratti/) quasi sempre assegnati per affidamento diretto ai soggetti più disparati, tra cui la consulenza pluriennale a Guglielmo Stanzione, ex dirigente provinciale in pensione, a lungo in Ancitel come Melilli, pari a quasi 150mila euro lordi dal 2011 al 31/12/2015 (tra cui un incarico di coordinamento gestionale e dei rapporti con la Provincia di Rieti di 39.900 euro per il periodo dal 2 maggio 2014 alla fine 2015, a società praticamente ferma).

Ci chiediamo, anzi chiediamo a chi in questi giorni si spertica nel cercare di raccogliere (ancora!) consenso elettorale sulla pelle dei lavoratori di Risorse Sabine, a cosa sono serviti negli anni affidamenti lavori per alcune decine di migliaia di euro alla Cooperativa Te.sa. (che ricordiamo essere indagata dalla Guardia di Finanza per una presunta truffa pari a 900mila euro sul via vai di immigrati) per fornire personale che affiancasse i lavoratori di Risorse Sabine nei servizi di pulizia e manutenzione invernale delle strade, guardiania del Palasojourner e che effettuasse le pulizie del Pattinodromo, di Villa Battistini, della piscina di Campoloniano, ecc. A cosa serviva ad esempio appaltare per 14mila euro più Iva dal dicembre 2013 all’aprile 2014 per la manutenzione della pista di fondo Cinque Confini alla ditta Lady D 2 di Antonio Cavalli perché Risorse Sabine “non è in grado di svolgere in proprio tutte le attività previste dal contratto” tra l’altro fornendo gratuitamente alla ditta l’uso di mezzi di proprietà di Risorse Sabine come il battipista, l’impianto di innevamento artificiale, la motoslitta, il serbatoio per il carburante e il magazzino? Non bastavano il centinaio di lavoratori di Risorse Sabine per effettuare questi servizi? O forse in questa necessità di affiancare i lavoratori di Risorse Sabine nelle attività più “sul campo” si nasconde l’altra grande anomalia della strana gestione di questa società, che salta all’occhio leggendo la distribuzione per livelli del personale http://www.risorsesabine.it/personale.html, ossia che solo un terzo dei dipendenti risulta operaio mentre la restante parte risulta impiegata?

A chi ha fatto comodo che la società fosse via via spogliata di tutti i suoi servizi? Dove erano i sindacati? Con quale logica è stata attuata la gestione della società che ben sappiamo nacque, come Rieti Turismo, inizialmente per dare un futuro agli Lsu sparsi per gli enti della provincia di Rieti e poi “gonfiata” con 24 co.co.co. e altre assunzioni varie? E come mai così tante collaborazioni esterne (602mila euro solo nel 2014) tra le quali troviamo persino il presidente del Consorzio industriale reatino Andrea Ferroni che, per seguire un progetto sulla conciliazione tra vita familiare e lavorativa, riceve certamente poco, appena 1.600 euro, ma questo ci da l’idea di come venivano utilizzate le “Risorse” di Risorse Sabine.

Soldi entrati e usciti anche per infiniti corsi di formazione di cui bisognerebbe valutare l’utilità per riqualificare i destinatari, visto che poi a loro venivano preferiti sempre consulenti e ditte esterne.

Il tutto nel silenzio più totale.

Sappiamo bene che i lavoratori negli anni sono stati anche messi gli uni contro gli altri dai politici di destra come di sinistra, quegli stessi politici che ora osano di nuovo promettere salvezze fasulle o liquidazioni rimandate, oppure che dichiarano “se ci fossimo stati noi avremmo stabilizzato tutti”, salvo poi creare dissesti finanziari nei bilanci degli Enti locali. Questa è la politica che non ci piace, quella stessa politica che a livello nazionale dice di voler far quadrare i conti ma, di fatto, ha aumentato la spesa pubblica anche attraverso espedienti a livello locale che, come in questo caso, portano ad aggirare il loro stesso insensato Patto di stabilità, oltre che gli obblighi concorsuali per le assunzioni nella pubblica amministrazione.

L’invito ai lavoratori di Risorse Sabine è intanto di far pagare il conto politico-elettorale, ed eventualmente con azioni legali se ritengono ci siano i presupposti, a chi ha sfruttato e spremuto la società e a chi ha taciuto tutto questo tempo.

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