RIETI – E’ abbagliante, stordente, inebriante, stupefacente la Rieti dei canestri. Il team guidato da un Alessandro Rossi meritevole più e quanto dei suoi prodigiosi cestisti, incanta pure al cospetto di Casale Monferrato, formazione tra le più quadrate, ostiche e tatticamente preparate dell’intera Lega. I piemontesi disputano un match di autorevole intensità e sono disposti a tutto per violare il parquet della seconda in classifica. Tuttavia anch’essi debbono inchinarsi alla superiorità di una NPC “bella come il sole”. Rieti guida la contesa dal primo all’ultimo minuto. Ha un solo passaggio a vuoto, proprio nel momento topico del match – intorno alla metà dell’ultimo quarto – allorché una bomba dell’ottimo Pinkins, contenuto a dovere dal solito, stellare, indomabile Bobby Jones sigla il sorpasso. E’ soltanto un’illusione quella che induce i piemontesi a ritenere curvata la resistenza del team amaranto celeste. Due “tomahawak” di Ogo e Marcos, scagliati in successione in un fazzoletto di gara, ripropongono il giusto margine. I punti della staffa li insacca il “mormone” Toscano – guerriero indomabile d’altri tempi – che unitamente all’altro armigero “con la barba” Tomasini (non ce ne vogliamo i due straripanti giocatori della NPC) beffa la difesa del Monferrato, depositando in sottomano ad 1 sol secondo dal suono della sirena dei 24”. E’ festa-NPC! Sul campo come sugli spalti. Gli uomini di Zeus non si smentiscono e suonano la “sesta sinfonia” di una serie che non vuole più finire. Un filo indissolubile congiunge gli attori della contesa, festanti e danzanti sul rettangolo di gioco, ai quasi 3000 sportivi accorsi presso la gloriosa Arena di Villa Reatina per godere di uno spettacolo unico e rinsaldare quel legame che, da sempre, unisce la Sabina ai suoi “giganti del basket”. La NPC funziona a meraviglia. E’ un’orchestra accordata che interpreta spartiti tra i più arditi con la semplicità e la lievità dei Berliner Philarmoniker. Il giovane quanto valente coach, Alessandro Rossi, dirige i propri orchestrali usando la perizia di un Leonard Bernstein. Bobby Jones è il primo violino, un “Mozart” straripante e indistruttibile che mena i compagni all’ennesimo successo. Bobby Jones e Rieti, Rieti e Bobby Jones. Si rinnova il felice, spontaneo connubio tra la piccola cittadina laziale ed un giocatore d’oltre oceano che la tifoseria amaranto celeste elegge quale proprio, inviolabile beniamino. La relazione è sinallagmatica. Perché davvero non è un caso che Bobby, ormai alla decima stagione italiana, stia vivendo la sua migliore. Le statistiche illuminano, ma non dicono tutto il vero sulla grandezza di questo giocatore d’oltre oceano: contro il Monferrato, Jones ne mette 18, sale in lunetta in ben 12 occasioni (9/12 dalla linea della carità), subisce 10 falli e cattura 12 rimbalzi. Si tratta dell’ennesima tripla doppia di una stagione da incorniciare. Il pubblico lo incita, scandendo al ritmo e di gran voce il nome: “Bobby, Bobby, Bobby!”. Jones risponde da par suo, sollevando le braccia al cielo per esortare la partecipazione della folla. Jones è indemoniato! Lui marca tutti. Lui raddoppia su tutti. Lui sporca ogni possesso. Lui recupera palloni. Lui costringe ogni malcapitato avversario all’errore. I compagni lo seguono a memoria, nutrendo cieca fiducia in un compagno possente e carismatico, forte e scaltro come mai si era visto, a Rieti, in questi 4 anni di serie A2. La partita, tra le più belle ed apprezzate in tempi recenti al PalaSojourner, la più godibile e tecnicamente di valore nel corrente campionato, non può risultare inosservata al bravo e simpatico tecnico del Monferrato che è Mattia Ferrari. “E’ un piacere giocare in questo palasport – commenta Ferrari, il quale sa usare autoironia pure sulla sua camicia impregnata dal sudore della contesa – è una struttura tra le più belle, dispone di un pubblico caldo, coinvolgente e competente come pochi. Sono stato qui la prima volta come assistente con la Virtus Bologna, era il campionato di serie A1 2008/09 e prendemmo un’imbarcata (sconfitta di 25 punti, ndr). Ci sono tornato con Cecina ai tempi del Rieti Basket Club e, poi, in questi tornei di serie A2. Complimenti a tutti. Giocare a Rieti, seppur perdendo, è sempre un grande piacere”. (Valerio Pasquetti)
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