Quando non si conosce il territorio, si hanno le idee confuse e non si è minimamente attrezzati, per
orientarsi, ci vorrebbe almeno una bussola.
Al Consiglio Comunale di Rieti non solo mancano i presupposti per orientarsi e non si possiede una
bussola ma c’è anche chi fuorvia e non è dato sapere se per ignoranza o per mala fede; nel dubbio entrambi.
La discussione sul PPA (Programma Pluriennale di Attuazione del PRG) ha prima ispirato e poi messo in
scena una farsa, tanto ridicola e modesta, quanto dannosa per il territorio, per i pochi residui equilibri
economici già compromessi da altre scellerate scelte o dalla oramai cronicizzata inerzia di chi si è proposto ad
amministrare la cosa pubblica.
Il nuovo PRG voluto all’epoca dal centrosinistra è stato predisposto e approvato, di fatto, dal centrodestra
sebbene ci fosse una forte e costante opposizione del centrosinistra.
Il PPA rappresenta lo strumento di attuazione di quel PRG ed è redatto e approvato, peraltro fuori tempo
massimo, dal centro sinistra.
Dopo aver discusso la proposta in un Consiglio Comunale, complessivamente di modesto profilo, anche
se l’assessore all’Urbanistica l’ha definito il momento più esaltante dell’Organo (è evidente che non ha mai
assistito a sedute di Consiglio vere e veramente partecipate e non sa quali battaglie ha sostenuto la parte che
oggi rappresenta) ecco che si perde l’orientamento.
Il centrosinistra spinge per approvare il Programma ritenendo improvvisamente valide le previsioni del
PRG fino a ieri avversato e il centrodestra vota a favore poiché sostiene che trattasi dell’attuazione di quanto
da loro concepito e pertanto rappresenterebbe un implicito riconoscimento.
Memoria corta ci chiediamo o qualcosa d’altro celato nel gioco delle parti?
Il centrodestra prima ancora di fine mandato si è più volte espresso, sul giudizio negativo del Piano in
itinere e sulla necessità di predisporre un’immediata variante tanto che, di fatto, hanno tentato di mettere mano
al territorio attraverso, mal congeniati, Programmi integrati.
Il centrosinistra ha da sempre contestato il nuovo PRG annunciandone una rielaborazione e contrastando i
Programmi Integrati.
Oggi nella più becera e dannosa contraddizione, a braccetto, esprimono unanime parere favorevole
all’approvazione del programma che attua il P.R.G..
Un solo voto contrario da chi, libero da lacci e laccioli, si pone responsabilmente e coerentemente
equidistante.
Rilevare i comportamenti delle parti in Consiglio Comunale, tuttavia, è poca cosa rispetto al merito del
provvedimento e ai danni che esso andrà a procurare.
L’aver inserito alcune aree importanti per il processo di trasformazione per gli equilibri del territorio, vuol
dire “bruciare” irreversibilmente le poche risorse rimaste e compromettere ulteriormente i settori già
penalizzati dell’edilizia, del commercio, degli insediamenti produttivi che saranno inflazionati dal ripetersi di
funzioni esistenti ora a rischio.
Le attività e le aree inserite nel Programma entreranno in ineludibile conflitto e pregiudicheranno lo
studio futuro di un più idoneo assetto del territorio che da qualche tempo doveva essere avviato.
Un nuovo PRG o l’adeguamento di quello vigente doveva avviarsi anche per un obbligo di legge che il
Comune, con la “distrazione” di provincia e regione, sta disattendendo da almeno due anni.
L’assessore all’urbanistica, affiancato da un “consigliere fedele”, ha anche tentato di raccontare che
presto si deve avviare lo studio del nuovo PRG che dovrà essere concepito secondo nuovi criteri contenuti nel
disegno di legge esaminato dalla Camera dei Deputati e secondo la conseguente, elaborazione attuativa da
parte della regione Lazio.
Cari signori non avete pensato che avete lasciato trascorrere quattro anni inutilmente disattendendo anche
una disposizione di legge e che altri ne trascorreranno in attesa che venga Godot? Siete ingenui, sprovvisti o
che?
Se assessore e “consigliere” avessero un adeguato retroterra per valutare la portata dell’emananda legge,
per ciò che è dato conoscere, non mancherebbero di intuire che tutte le novità, altro non sono che,
rimodulazione di criteri già noti salvo alcune solite deroghe o enunciazioni che sarebbero sostanzialmente
rispettate se si fossero seguite le regole di progettazione previste nella vigente legge urbanistica regionale che
si sta colpevolmente da qualche tempo disattendendo.
Appare chiara invece la filosofia contenuta nella nuova legge sul risparmio di territorio e ricogenerazione
urbana.
Con le previsioni del Programma Pluriennale di Attuazione è disattesa tale filosofia, consumando inutilmente
territorio e compromettendo le possibili iniziative di ricogenerazione urbana.
In tal senso, risultano, per pudore, non definibili, le esternazioni dell’assessore all’urbanistica, quando
annuncia una nuova era della concezione dell’uso del territorio, attraverso la mera esecuzione di un PRG
datato e unanimemente disapprovato e lo spreco di territorio con interventi ripetitivi.
Due ulteriori brevi considerazioni sono necessarie farle sul contenuto del Programma.
Se il Programma prevedesse durata di tre anni, le terre inserite senza giustificazione, come quelle di
proprietà dei familiari del sindaco sarebbero ricomprese?
Vi pare legittimo o quantomeno politicamente e amministrativamente corretto procedere alla
programmazione dei prossimi cinque anni in prossimità della scadenza del mandato elettorale?
Rieti 14/06/2016 democraziasolidalerieti
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