Riordino delle province: fattore di crisi o opportunità?

Nov 9, 2012 | Altre Notizie | 1 commento

Un comitato costituito da cittadini può godere di libertà di espressione di cui esponenti delle istituzioni, o di partiti politici, di fatto non possono disporre. Proprio i cittadini possono proporre soluzioni “scandalose”, che possono risultare più logiche e vantaggiose.

E’ affrontando con questo spirito il riordino delle Province, che si correrà il concreto rischio di smembramento dell’unità territoriale della Provincia  di Rieti. Contro questa possibilità il Comitato Rieti-Terni in Umbria lancia una provocazione, ed una proposta concreta.

E’ giunto il tempo che Rieti paghi finalmente, dopo 80 anni, il proprio debito nei confronti del territorio del Cicolano. Infatti, la bonifica e il benessere della Piana reatina avvennero al prezzo dello smembramento fisico e sociale dei paesi, che videro le proprie terre sottratte dai laghi artificiali Salto e Turano. Un sacrificio lungamente patito da quelle terre, che ulteriormente vennero strappate alla loro origine abruzzese per costituire la Provincia di Rieti. Oggi l’accorpamento della Provincia di Rieti a quella di Viterbo potrà causare nel Cicolano il naturale desiderio di “ritornare a casa”, verso quell’Abruzzo, che però troverebbe ben diverso da quello del secolo scorso, spopolato nelle aree interne, e con interessi economici diretti verso le zone costiere. Tra l’altro, questo avverrebbe senza poter godere di alcuna forma di rappresentanza politica, vista la scarsa consistenza demografica, dando per scontato che future province, come disegnato, saranno svuotate di funzioni.

L’accorpamento amministrativo dell’intera Provincia di Rieti all’Umbria (questa la proposta del Comitato)  consentirebbe di ottenere una rappresentanza regionale di 4 o 5 consiglieri.

Chiediamo ai Sindaci e ai Consigli Comunali, che vorranno sostenere il Referendum Rieti in Umbria, in virtù dei richiami all’”unità” più volte formulati a diversi livelli, di garantire alle popolazioni del Cicolano, dell’Antrodocano, della Sabina, una rappresentanza politica in Umbria con almeno un rappresentante in Consiglio, che tuteli le istanze territoriali di aree a bassa densità demografica a scarso peso elettorale. Si impegnino a dar voce, in modo univoco, a un progetto di riordino territoriale che vede nell’asse dell’appennino centrale – da l’Aquila a Viterbo – un modello di sviluppo contro il depauperamento delle aree interne.

L’Umbria, accorpando la provincia di Rieti, potrebbe superare il limite del milione di abitanti: si impegno a trattare, sulla base del potere contrattuale derivante dall’opportunità offerta da questa regione, forme di
decentramento amministrativo che consentano di mantenere sul territorio il massimo livello di servizi al cittadino.

Questa è la nostra proposta politica: non un semplice referendum.

Il tema del riordino dei territori sarà ben presente negli anni a venire: dopo le Province, sarà la volta delle Regioni. Prepariamoci a gestire le future battaglie per il territorio avendo preparato le armi, avendone compreso l’utilizzo e le potenzialità.

1 commento

  1. Ottima idea, condivisibile anche perche’ Rieti e’ tutto meno che Lazio.
    Si tratta , molto probabilmente, dell’ultima spiaggia, dell’unica possibilita’ di salvare l’unita’, creata dal fascismo, della provincia collage.
    Sempreche’ il vecchio circondario di Cittaducale, con tutta la corte di paesi ex-abruzzesi, non decida di rientrare alla naturale casa d’origine.
    Antrodoco, Amatrice, Cicolano e Valle del Salto, purtroppo per voi, sono Abruzzo e su questo non c’e’ alcun dubbio.

    Rispondi

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