di Rossana Alessandrini
Oggi, 5 marzo 2023, Lucio Battisti avrebbe compiuto 80 anni. Il 5 marzo 1943, infatti, nel comune reatino di Poggio Bustone nasceva Battisti, destinato a diventare una delle personalità più influenti del cantautorato italiano.
Cantautore, compositore, produttore discografico, il nostro concittadino ha fatto la storia della musica italiana. Anche la Presidente della Provincia, Roberta Cuneo, prova emozioni quando si parla di Battisti: «In famiglia abbiamo trasmesso ai nostri figli la passione per la sua musica. E ogni volta che vedo un ciliegio in fiore, penso alla canzone “La collina dei ciliegi”, la mia preferita».
La sua memoria continua ad aleggiare sulla valle reatina, tra nostalgiche evocazioni e ricordi contrastanti. Oggi, alle 17, la comunità di Poggio Bustone si riunirà in sala consiliare per un incontro di pensieri e parole, al quale parteciperanno il giornalista musicale Luciano Ceri, l’editore Francesco Coniglio, lo scrittore Giuliano Compagno e Andrea Barbacane, nipote di Lucio e figlio della sorella Albarita. Tuttavia, il cuore dell’evento saranno soprattutto i compaesani, invitati a partecipare offrendo il loro personale contributo, con aneddoti, emozioni e domande.
Il sindaco Rovero Mostarda ha sottolineato che non si tratterà di una commemorazione, bensì del racconto degli amici che hanno vissuto la presenza di Lucio in questa terra. Il ricordo di Battisti sarà abbracciato dalla sua gente, da coloro che lo conobbero e dai tanti giovani che ascoltano ancora oggi le sue canzoni.
La presenza di Lucio non è mai venuta meno a Poggio Bustone, dove, oltre a Rieti, sono in arrivo altre celebrazioni in onore di Lucio. Il maestro Giancarlo Cecca, direttore della Banda Musicale Città di Rieti, ricorda che per la sua generazione, gli anni ’70, i ricordi sono indissolubilmente legati alla musica di Battisti. “Mi ritorni in mente” è forse la canzone più amata dai reatini. “Alla stazione di Rieti non si sentiva altro”, ricorda una studentessa dell’epoca. “Anche sull’autobus stavamo tutti appiccicati alle radio. Nell’anno scolastico 1972/73 venivo alle Scuole Magistrali facendo il viaggio con i poggiani, che appena iniziavano le prime note facevano le ovazioni”.
Ma forse il ricordo più vivido è quello del memorabile concerto che Lucio Battisti tenne nel 1969 a Poggio Bustone, il suo paese natale. La gente accorse numerosa, ma pochi si aspettavano che l’artista si presentasse davvero. La sua esibizione fu breve, accompagnato dalla band Formula 3, ma si percepiva la volontà di mantenere una promessa con la sua terra, con la quale aveva un rapporto contrastato ma di viscerale amore. Una rarissima ripresa amatoriale lo immortala dietro la pianola.
Anche la memoria del giornalista Fabrizio Tomassoni è nitida: “Mio padre era agente della Siae e ricordo tutto della ‘Parata di Primavera’ al Flavio Vespasiano di Rieti. Nel 1968 avevo 10 anni e Lucio vinse con ‘Balla Linda’. Daniele Piombi presentava ed Elio Palumbo era l’organizzatore, ma resse fino al 1971, poi capì che al Comune importava poco e se ne andò. Anni dopo, quando entrai a lavorare in banca a Poggio Bustone, conobbi Silvio, che a Lucio aveva insegnato a suonare la chitarra, lo ripeteva a tutti, ogni volta: “banchie’, io ho insegnato a sonà a Lucio”. Mi diceva sempre che lo aveva solo sgrezzato, che aveva un talento eccezionale. La mamma e la sorella erano molto schive, quasi intimidite da quell’enorme successo».
Il ricordo di Lucio Battisti è molto forte anche per l’onorevole Paolo Trancassini, che sottolinea come non basti evocare un solo ricordo per descrivere la sua grandezza. “Per me, la sua musica è legata alle estati trascorse a Leonessa e alla spensieratezza di quegli anni”, afferma l’onorevole.
Inoltre, ricorda un aneddoto molto significativo: “Una volta, mentre ero seduto sulla corriera diretta a Terzone, dove vivevano i miei nonni, mi ritrovai seduto vicino a un signore anziano con una folta barba bianca. Entrammo in confidenza e parlammo per tutto il viaggio delle canzoni di Lucio. Una volta arrivati al bivio di Poggio Bustone mi salutò e si presentò: era Alfiero Battisti, suo padre”.
Questa carrellata di aneddoti è solo una piccola dimostrazione di quanto sia profondo l’amore del pubblico nei confronti di Lucio, di come la sua musica sia eterna, senza tempo, senza età, in grado di toccare il cuore di chiunque l’abbia ascoltata, al punto che, cinquant’anni dopo, siamo ancora qui, ad omaggiarlo, a dirgli: “Grazie Lucio, sei e resterai per sempre il nostro canto libero”.
0 commenti