Presso la Sala della Regina della Camera dei deputati, si è svolto il convegno “Da piazza Vescòvio a Vescovìo: Roma riscopre l’antica Cattedrale dei Sabini” Il Giubileo e l’Ottavo Centenario Francescano nella provincia di Rieti. L’obiettivo del convegno è di accendere i riflettori su Vescovìo, frazione del Comune di Torri in Sabina situata nella provincia di Rieti, e di riscoprirne l’Antica Cattedrale dei Sabini, il centro più antico della storia civile e religiosa della Sabina.
“Rispetto alle bellezze della provincia di Rieti abbiamo un tema di conoscenza del territorio: abbiamo dei tesori nascosti che non conosciamo noi e non conoscono gli altri. Ed è proprio questo uno dei motivi per cui nasce questo convegno: per accendere la luce e far conoscere questa straordinaria nostra provincia” ha detto il Questore della Camera Paolo Trancassini. “Il forte legame tra San Francesco e la provincia di Rieti viene testimoniato, tra gli altri, da due episodi importanti: la scrittura della Regola che avvenne nel santuario di Fonte Colombo e il primo Presepe realizzato da San Francesco proprio a Greccio” ha spiegato Trancassini.
“È un privilegio per me, quale Prefetto di Rieti, oggi che si parla del patrimonio artistico e culturale del territorio di Rieti, dare il benvenuto a tutti i convenuti a nome dei tanti ‘miei’ sindaci qui presenti a rappresentare in particolare la Sabina. Sul territorio reatino si deve dire ancora tanto, per tracciare le grandi linee d’unità che ci legano alla Capitale, ma anche per qualificare le nostre differenze e le nostre peculiarità. In particolare quel senso di spiritualità che caratterizza appunto il territorio di Rieti e la descrizione di questa cattedrale dei Sabini può essere un esempio efficace per far innamorare tutti quanti di questo territorio come sono innamorata anche io” ha detto Pinuccia Niglio, Prefetto di Rieti durante il suo saluto istituzionale.
“Oggi celebriamo la festa della Diocesi Sabina, una festa di famiglia e della chiesa che unisce la cattedrale dei Sabini di Vescovìo con i luoghi fondamentali del francescanesimo e del Giubileo” ha detto Don Antonino Treppiedi, parroco del Santuario di Vescovìo. “Quella di oggi è anche una straordinaria occasione di incontrarci attorno ad una memoria che si fa storia e soprattutto che si fa futuro” ha spiegato Treppiedi.
“Nel corso della storia l’Antica Cattedrale dei Sabini ha rivestito un ruolo strategico: tanto che i diversi Papi a partire dal VII secolo, dopo aver unificato le Diocesi presenti sul territorio della Sabina, divenuta ormai terra di confine, si sforzarono di far in modo che Vescovio diventasse l’elemento riequilibratore nello scacchiere geopolitico internazionale in opposizione all’imperiale abbazia di Farfa. Sul finire del 1200, in un momento di rinascita nel quale si guarda ai primi secoli della cristianità come momento d’oro della Chiesa, si decora l’edificio sacro con un vasto programma iconografico, ispirato al ciclo di affreschi della Basilica Vaticana e alla Basilica superiore di Assisi, per ribadire anche visivamente l’appartenenza politica e culturale di Roma” ha detto Don Fabrizio Gioiosi, Direttore Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici e per l’Edilizia di Culto Diocesi Suburbicaria Sabina-Poggio Mirteto”
Dopo aver letto il testo di San Bonaventura in cui si racconta il forte legame tra la Sabina e San Francesco S.E. Mons. Ernesto Mandara, Vescovo della Diocesi Suburbicaria Sabina–Poggio Mirteto, ha detto: “Valorizzeremo l’illuminazione della facciata dell’Antica Cattedrale dei Sabini, questa è la promessa che faccio qui in questa sede istituzionale”
“La presenza del Comune di Roma è l’occasione per spiegare la provocazione contenuta nel titolo di questo convegno” prosegue Trancassini. “Molti romani non sanno che quella che conosciamo come piazza Vescòvio si dovrebbe chiamare in realtà piazza Vescovìo e chiediamo al comune di Roma di sistemare l’accento della targa a questa piazza che si trova nel quartiere Trieste Salario della Capitale” ha sottolineato Trancassini passando la parola alla dott.ssa Beatrice Cirulli, dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale che, parlando degli storici legami tra la Capitale e il territorio sabino, ha sottolineato come sia “necessario mettere in rete i nostri borghi e luoghi della spiritualità. In una regione come il Lazio ci sono gli strumenti per farlo, partendo dalla promozione e dalla valorizzazione dell’identità culturale. La spinta deve ad ogni modo provenire dai territori, Roma può fare da sponda fornendo dei modelli virtuosi come quelli che suggerisce la convenzione di Faro, ad esempio le passeggiate che permetterebbero di incrementare gli itinerari religiosi sottolineando le relazioni antiche e profonde della città con la Sabina,” ha detto Cirulli.
Per il Presidente della Commissione Giubileo 2025 della Regione Lazio Giorgio Simeoni “il Giubileo è un’occasione unica di crescita per la nostra Regione, insieme al Pnrr. È più che legittimo restituire a Rieti e alla sua provincia la centralità che merita. Siamo a disposizione dei sindaci della Provincia di Rieti per promuovere iniziative precise, cantierabili e quindi realizzabili. La nostra disponibilità in questo senso è totale” ha detto unitamente ai consiglieri regionali presenti Berni, Nicolai, Neri e Grasselli.
Sul ruolo che può avere il Giubileo sull’importanza dei cammini religiosi e della valorizzazione culturale delle aree interne, il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone ha evidenziato come “il Giubileo porterà un indotto turistico fondamentale per la città di Roma, ma allo stesso tempo è un’occasione unica anche per tutta la Regione Lazio. In questo senso, la provincia di Rieti – grazie al suo rapporto con la figura di San Francesco – si distingue per essere uno dei centri più legati al turismo religioso in tutta Italia. L’ottocentenario del 2026 della morte del Santo deve rappresentare una opportunità per valorizzare i suoi cammini, che rappresentano da sempre un esempio virtuoso di turismo lento e sostenibile, e le aree interne, che sono custodi dei valori e delle tradizioni popolari della nostra Nazione. Sarà fondamentale valorizzare il contributo culturale di queste zone e della cattedrale di Vescovìo, che ne rappresenta uno dei simboli religiosi più importanti” ha concluso Mollicone.
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