Sempre più famiglie si rivolgono agli enti di assistenza
Questo inizio autunno all’insegna del caro energia sta mettendo in ginocchio il popolo italiano, e per molti procurarsi un pasto è diventato sempre più difficile. Dall’inizio della pandemia ai giorni nostri, si è evidenziato un graduale ma inarrestabile peggioramento della situazione. A conferma, il report di ActionAid che ha raccolto i dati forniti da Agea, l’agenzia che distribuisce aiuti economici ed eccedenze alimentari agli enti del terzo settore. Secondo le indagini statistiche effettuate, il Lazio, dopo la Campania e la Sicilia, è la terza regione per numero di persone che si rivolgono agli enti preposti all’assistenza alimentare. A partire da giugno 2020, l’aumento di utenti bisognosi di supporto rilevato è pari a oltre 91.500 unità, vale a dire una flessione da 194.000 a più di 285.000 persone, su una popolazione di meno di sei milioni di abitanti. Si tratta cioè di quasi il 5% della popolazione. L’incremento più significativo è quello dei cosiddetti “nuovi poveri”, coloro i quali, nonostante un lavoro, o a causa della sua perdita o precarizzazione, si trovano d’improvviso in condizioni di indigenza. In tale ambito, i soggetti più esposti sono soprattutto i minori, in particolare se provenienti da nuclei familiari con prole numerosa, e gli stranieri. È l’adolescenza, però, la fascia d’età in cui si riscontra una maggiore fragilità, con lo sviluppo di forti disagi psicologici. Stati d’animo che oscillano tra tristezza, rabbia e delusione sono i segni più tangibili e evidenti di questo contesto di sofferenza, dove tutto grida all’immediatezza di intervento e all’attuazione di misure efficaci, in grado di placare un fenomeno che, giorno dopo giorno, sta assumendo contorni sempre più inquietanti.
di Rossana Alessandrini
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