Di: Armando Michel Patacchiola
Si torna a parlare del caos-caso Elexos in Comune di Rieti. E’ notizia dei giorni scosi che il presidente Giuliano Sanesi abbia convocato il Consiglio comunale, in sessione straordinaria e urgente, alle 16.30 di giovedì 28 giugno, nella consueta Sala delle adunanze.
Il caso Elexos, lo ricordiamo brevemente, è uno dei casi più spinosi tra le crisi occupazionali del territorio reatino. Basti pensare che molti dei lavoratori ex Scheneider electric, chiusa nel maggio 2012, hanno investito la loro buonuscita concessa dal colosso francese proprio in Elexos, con la promessa che in cambio sarebbero arrivate commesse per 5 anni. Dopo l’interesse dei deputati reatini Melilli, Trancassini e Lorenzoni, la parola passerà al Mise, al ministero dello Sviluppo Economico presieduto da Luigi Di Maio (M5s), che dovrà occuparsi della reindustrializzazione del sito, e alla Regione Lazio, che per legge dispensa anche gli ammortizzatori economici.
Proprio il caso Elexos, era il dicembre del 2015, fu salutato come uno dei simboli della ripresa di Rieti: in cambio di 60 mila euro Elexos e di commesse per 29 milioni di euro, Elexos avrebbe dovuto garantire 45 milioni di euro nell’arco di sette anni, portando così l’organico fino a 60 addetti nel primo triennio. Di questi numeri non c’è più traccia. Anzi. Proprio nei giorni scorsi la Elexos ha inviato ai 43 lavoratori una lettera di licenziamento collettivo. Non perché il sito non sia ottimale dal punto di vista tecnologico: l’azienda è all’avanguardia. Né per carenza di qualità umane: gli operai sono estremamente motivati e capaci nello svolgere il loro lavoro.
In molti hanno puntato il dito sull’incapacità gestionale dei vertici Elexos, incampaci di garantire una progettualità di ampio respiro all’azienda. Vogliamo un Imprenditore, non prenditore hanno detto. Gli impegni “minimi”, i cinque anni, erano fino al 2020.
“Dove sono finiti i soldi del reinsediamento industriale” ha dichiarato nei giorni scorsi Fabrizio Potetti, segretario generale della Fiom-Cgil Roma e Lazio. “Non si possono tradire così le aspettative dei lavoratori che hanno creduto nell’occupazione rinunciando al sostegno economico”.
Così ora la parola passa obbligatoriamente alle istituzioni (Mise e Regione Lazio), che debbono tutelare i risparmi di tutti quei lavoratori che hanno investito i loro risparmi e attrarre nuovi investimenti (e manager). Non promesse, ma solide realtà, insomma.
L’Amministrazione Cicchetti, da un anno in carica, sta vagliando tutte le ipotesi per scongiurare, per quello che è nei suoi poteri, l’ennesima crisi.
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