Cesv (Centro di Servizi per il Volontariato del Lazio) esprime la propria solidarietà alla Casa Internazionale delle donne e alle altre 300 realtà non profit che si trovano in situazioni analoghe. La Casa Internazionale delle Donne è una realtà storica, cui la città di Roma deve molto, e ora rischia lo sfratto e deve affrontare un’ingiunzione di pagamento di 80mila euro per affitti arretrati.
«Sono troppe a Roma le realtà non profit – associazioni, centri culturali, cooperative – che negli anni passati hanno avuto in concessione a canone agevolato spazi del Comune, spazi che nel corso degli anni hanno restaurato e curato e soprattutto utilizzato per attività sociali, per valorizzare i beni comuni e per fare cultura: servizi e attività che la Pubblica Amministrazione non avrebbe potuto offrire alla città», ricorda Paola Capoleva, presidente di Cesv.
A loro ora l’Amministrazione chiede arretrati di centinaia di migliaia di euro, sostenendo che negli anni passati avrebbero dovuto pagare affitti di mercato, e ha intimato lo sfratto. E questo nonostante la Conte Dei Conti abbia già emesso oltre cinquanta sentenze che riconoscono la liceità di quelle concessioni a quelle condizioni.
«Senza queste realtà solidali, responsabili e generose», continua Capoleva, «Roma sarebbe una città molto più povera e invivibile. Come in più occasioni ha chiesto il Coordinamento Valore Sociale – che riunisce una cinquantina di queste realtà – è necessario che l’Amministrazione affronti questa situazione e proponga vie di uscita che non penalizzino il capitale sociale della città».
Impedire alla Casa Internazionale delle Donne e a tutte le altre associazioni di portare avanti i propri progetti, sarebbe un colpo gravissimo per la coesione sociale a Roma.
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