I recenti dati relativi al mondo delle costruzioni nel Lazio, diffusi dall’Unione Regionale dei Costruttori Edili a nome del presidente Stefano Petrucci, fotografano un panorama in grande difficoltà indicato con il segno negativo in particolare sul fronte dell’occupazione e delle ore lavorate in edilizia.
Riduzioni sensibili che diventano ancora più evidenti nell’ultimo biennio a Rieti come nel resto del Lazio provocate dalla difficile congiuntura che sembra prendere di mira in modo particolare proprio il settore edile.
Dati confermati a livello provinciale dallo stesso presidente della Sezione Edile di Unindustria Confindustria Rieti Giorgio Perotti che comunque invita ad una lettura di più ampio respiro.
<I numeri vanno letti con estrema attenzione – inizia Perotti – Per quanto riguarda Rieti assistiamo ad una variazione negativa del 10 per cento delle ore lavorate e registrate in Cassa Edile a dicembre 2011 così come ad una variazione del -10 per cento rispetto all’anno precedente delle imprese e degli operai iscritti in Cassa Edile.
Questa percentuale drammaticamente scende nei primi mesi del 2012, come dai dati rilevati dalla Cassa Edile, che registrano un sostanziale stallo del settore.
In più ad appesantire la situazione c’è, come è noto, il cronico ritardo nei pagamenti, la difficoltà dell’accesso al credito e il ricorso alla Cassa integrazione che nel Lazio come a Rieti, ad esempio, è cresciuta di più anche rispetto al dato nazionale.
In una situazione pesante e preoccupante come questa, Rieti risulta essere in controtendenza rispetto alle altre province del Lazio con sensibili dati positivi: +79,5 per cento nel 2010 e +68,4 per cento nel 2011 riguardo la produzione edile non residenziale.
Di questo va dato merito agli Enti Pubblici, con in testa la Provincia di Rieti, che ha affidato importanti appalti nel campo stradale e nell’edilizia scolastica, oltre agli interventi edilizi privati e pubblici relativi al Polo della Logistica di Passo Corese.
Se a questi dati positivi, non si contrappone un incremento anche delle ore lavorate e dei lavoratori, si può ipotizzare che oltre al decremento del settore privato,alcune opere vengono realizzate con imprese non appartenenti alla nostra provincia.
Ci appare dubbio infine il dato previsionale per il non residenziale relativo al 2012 che parla di un +58 per cento: questo sembra poco realizzabile in concreto in considerazione che anche gli interventi programmati nel privato sono fermi per problemi finanziari, per la crisi e per il generale blocco del mercato.
Estremamente preoccupante appare inoltre lo scenario prossimo futuro, con il sostanziale blocco delle risorse pubbliche destinate ad investimenti in manutenzione e nuove opere.
0 commenti