Gremita in ogni ordine di posti la sala assemblea della federazione provinciale di Coldiretti Rieti ha assistito al convegno organizzato dall’associazione di categoria sui temi di fabbricati rurali e Imu. Una platea molto interessata che ha partecipato attivamente all’appuntamento organizzato da Coldiretti Rieti che, per l’occasione, ha ospitato il dottor Luigi Cenicola della Coldiretti nazionale. A presiedere il convegno, il delegato provinciale Ivano Capannini e il presidente provinciale Enzo Nesta.
Il delegato del direttore Aldo Mattia ha fatto presente, proprio a proposito di Imu, della crociata che la federazione reatina sta portando avanti proprio per far si che la nuova imposta gravi il meno possibile sul mondo dell’agricoltura. “Abbiamo già incontrato – spiega Capannini – diversi sindaci della provincia e continueremo ad incontrarne altri per intercedere per conto degli agricoltori sulla questione Imu. Devo dire che finora abbiamo incontrato primi cittadini sensibili verso una tematica che sta molto a cuore ai diretti interessati, come testimoniano i tanti partecipanti alle assemblee”. “Tutti ci hanno assicurato – conclude il delegato – che faranno di tutto, bilancio permettendo, per applicare l’Imu al minimo”.
La parola è andata poi a Cenicola che ha cercato di fare luce sull’Imu, una materia molto spinosa che suscita molti dubbi e perplessità palesate dai presenti. Il compito del dottor Cenicola è stato proprio quello di far chiarezza, a grandi linee ma anche in alcune casistiche specifiche, per poter dare dei punti di riferimenti concreti come chiesto da più parti dai partecipanti. “Dal primo gennaio i fabbricati rurali non sono più esenti da imposte – spiega Cenicola – in quanto come presupposti di imposta si considerano il possesso di fabbricati, terreni agricoli ed aree edificabili. Si tratta di presupposti che prendono ispirazione dalla vecchia Ici, e riprese anche nella nuova imposta municipale”. Altro argomento centrale della discussione, la base imponibile. “Il valore di un immobile, determinato dai decreti legislativi 504/92 e 201/11 – spiega l’esperto – prendendo la rendita catastale e moltiplicarla per il 5% nel caso dei fabbricati e per il 25% nel caso di terreni agricoli”. A questi, inoltre, vanno aggiunti dei coefficienti stabiliti a seconda della categoria di appartenenza dei possedimenti (non applicabile agli atti di trasferimento degli immobili soggetti a imposte di registro, di successione e di donazioni). Capitolo aliquota base. “E’ dello 0,76% – fa sapere Cenicola – con i Comuni che possono aumentarla e aggiungerla di 0,3 punti percentuali”.
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