Era il luglio del 2010 quando il signor Lamberto Patacchiola, allora 77enne, si rivolse al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rieti per problemi gastro-intestinali. Venne ricoverato nel reparto di medicina generale 1 e solo qualche giorno dopo fu sottoposto ad intervento per “appendicite acuta” .
In sede operatoria i chirurghi si trovarono di fronte non una semplice appendicite, bensì una necrosi del colon non diagnosticata, che affrontarono con una tecnica che il consulente tecnico del Tribunale di Roma ha rilevato “superficiale”, che portò ,al termine dell’operazione, al trasferimento del paziente in rianimazione dove entrò in uno stato di coma. Qui non venne più controllato, e solo una settimana dopo, quando dalla ferita fuoriuscì una grossa quantità di materiale purulento, i medici del De Lellis si attivarono.
Fu allora effettuato un secondo intervento ma lasciando troppo materiale infetto nell’addome del paziente.
Il sig. Lamberto non riprenderà mai più conoscenza e un mese dopo quest’ultima operazione giungerà a morte.
I familiari prontamente si attivarono ma una prima perizia medico legale, svoltasi a Rieti, non fu determinante; motivo per cui successivamente la Famiglia Patacchiola si affidò al Dr Christian Popolo di Genova e al Dr Osvaldo Barberi di Chiasso-Ticino perchè si facesse finalmente luce sulla questione. Il contenzioso legale è stato infine risolto dai medici del Tribunale di Roma, la Dr.ssa Laura Giacomelli e il Dr Carmelo Raimondo, che hanno attribuito la ragione ai Consulenti della Famiglia Patacchiola determinando come gli errori compiuti dai sanitari abbiano prodotto una forte perdita di chance di sopravvivenza del Sig. Lamberto.
L’Ospedale di Rieti si è visto quindi obbligato, dopo 10 anni dal fatto, ad un risarcimento alla Famiglia Patacchiola, oltre al pagamento delle spese legali.
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