Di Luca Giarrusso
Castelnuovo di Farfa – Nel cuore della sabina DOP si trova un piccolo, ma suggestivo borgo il quale custodisce un importante tesoro, il museo dell’olio.
Come una gioia incastonata tra le rocce, il museo si estende per tre livelli sotterranei sotto il centro abitato e rappresenta un omaggio al protagonista indiscusso del territorio, l’olio extravergine di oliva, risorsa fondamentale insieme al turismo. La suggestiva location pone in evidenza gli attrezzi e gli antichi metodi per la produzione dell’olio, attraverso una sapiente alchimia tra cultura e arte. L’intento è quello di mettere il visitatore al centro di una particolare atmosfera, realizzata anche attraverso le luci, per far riscoprire come si viveva e quali erano i valori di una volta.
“Sono orgogliosa della realizzazione alla quale ho dedicato gran parte della mia vita – spiega la direttrice Sveva Di Martino – questo museo vanta una biografia molto interessante, la prima pubblicazione è avvenuta negli USA con la motivazione che un piccolo paese italiano desse nuovi frutti, dove la riscoperta e la trasformazione delle antiche tradizioni ancora vive nei piccoli comuni. Il museo non rappresenta solo l’olio ma crea una fase suggestiva nella quale si possono sentire tutte le culture e gli usi delle antiche generazioni. Il museo registra circa 5000 visitatori ogni anno, ma è più conosciuto all’estero che in Italia”.
Il museo dell’olio di Castelnuovo compie 15 anni e ne sono occorsi 10 per realizzarlo, grazie all’impegno di noti artisti internazionali ed al lavoro svolto dall’associazione “rearte”. Nulla è stato lasciato al caso, ogni singolo dettaglio è frutto di un imponente lavoro, tra effetti artistici e musicali, che ha reso il museo meta importante di un turismo attento ed in cerca del gusto e della genuinità.
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