RIETI – Sarà mai possibile osservare gli sportivi amaranto celesti nuovamente uniti e coesi sotto ad un’unica bandiera? E’ la speranza di molti – tutti coloro i quali amano la pallacanestro e nutrono legame indissolubile con la propria città – affinché la “terra della palla a spicchi” ed i propri abitanti tornino a palpitare all’unisono. Oggi la Rieti dei canestri vanta due realtà ben distinte: la NPC, nata a Contigliano, emigrata a Rieti nel 2012 ed ivi perpetuata in autonomia assoluta, monopolista fino al 2020; la Real Sebastiani (sortita da una costola della Real Rieti) ad opera dello stesso proprietario quasi un lustro fa e che, oggi, è la società prima ed incontrastata del basket cittadino. Gli screzi ed i dissidi insorti tra le due proprietà – Cattani da una parte, Pietropaoli dall’altra -, le liti ed i diverbi tra le distinte fazioni di tifosi, sono stati fin troppo accesi. Tutto si è placato come d’incanto (ma, ahinoi, un incanto non è stato, tutt’altro!) quando – correva il mese di Giugno scorso, non un secolo fa – la Rieti dei canestri apprese che Roberto Pietropaoli iniziava la propria lotta contro un avversario assai più feroce, scorbutico e temibile di una “semplice e banale” squadra di basket. La città si è stretta intorno a Roberto. A cominciare proprio dalla Npc, dal suo presidente, Giuseppe Cattani che gli ha rivolto messaggi affettuosi mentre i supporters “rivali” hanno persino esibito uno striscione al PalaSojourner con su scritto: “Daje Roberto, non mollà!”. Pietropaoli – grazie a Dio – ha superato un periodo delicatissimo e, purtroppo, liti e battibecchi sono cominciati di nuovo, come nulla fosse stato. A tal punto ci chiediamo se non sia opportuno che NPC e Real Sebastiani, tifosi dell’una come dell’altra squadra, seppelliscano una volta per tutte l’ascia di guerra e comincino a volersi bene. Creare un unico sodalizio non sarà mai possibile, questo lo abbiamo compreso bene. Però, nutrire affetto per l’una e per l’altra, tifare NPC e Sebastiani, seguire – ove possibile – le partite casalinghe delle due squadre di Rieti – lo ribadiamo: di Rieti! – non crediamo sia un’iperbole. Sarebbe sufficiente assistere ad almeno un paio di eventi della “squadra che non è considerata la propria” e ciò accadrebbe come d’incanto. La storia insegna che liti, dissapori, contrasti non conducono mai a nulla di buono; tanto più in una realtà “piccina” qual è la nostra. Serve unirsi ed essere coesi se c’è amore vero per la Rieti dei canestri. Cattani e la NPC hanno dato. Non è pensabile che la NPC possa mai tornare ai livelli della semifinale play off (2018) ne, tanto meno, militare nella odierna serie A2 (l’ultima volta che lo ha fatto, due anni fa, ne ha pagato le conseguenze a caro prezzo) che è di un livello altissimo e che, per il mantenimento della categoria, richiede investimenti corposi che la proprietà NPC non ha mai fatto, né mai potrà accollarsi. Pietropaoli e la Sebastiani, viceversa, si trovano in rampa di lancio. Gli amaranto celeste sono, per il secondo anno consecutivo, tra le migliori squadre della lega ed esibiscono atleti americani di altissimo livello che soltanto Bobby Jones, Ogo Adegboye e Jalen Cannon hanno equivalso. Roberto, a differenza di Giuseppe, può reperire i capitali da investire nel basket lontano da Rieti, in virtù di un’attività professionale che lo ha visto affermarsi in ogni dove. Gli investimenti sono corposi, ma meritano un seguito diverso, nutrito, attento, caloroso assai più delle 1500 persone che, oggi, ne seguono le sorti. Sarà interessante e gradevole tallonare le gesta della NPC, in serie B Nazionale o in altra categoria, però nella consapevolezza che più di questo non è possibile avere. Roberto Pietropaoli e la sua società sono i soli che possono garantire alla Rieti dei canestri un basket di ottima qualità, con una squadra creata per competere ai massimi livelli e per crescere ancora. Il ruolo che Pietropaoli ricopre di Consigliere e, adesso, Vice Presidente di LNP ne è una testimonianza tangibile. Come, pure, la rinascita del PalaSojourner che, in un anno, ha restituito – investendovi 40.000 euro delle sue tasche – ad una dignità che la storica arena di Villa Reatina aveva da troppo tempo smarrito. (Valerio Pasquetti)
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