Nuovi disagi alla viabilità di Amatrice. Uno dei comuni più colpiti dal terribile sisma del 24 agosto 2016. Nella tarda serata di ieri una frana ha interessato la strada regionale Picente, una delle principali vie d’accesso ad Amatrice, quella per internderci che si percorreva per raggiungere l’Ospedale Grifoni. Da ieri e fino a domani la strada è rimarrà chiusa al traffico, costringendo a percorsi più lunghi e meno agevoli gli uomini dell’Astral Lazio, l’agenzia stradale della Regione Lazio. Secondo quanto si apprende, alla base dei disagi, ci sarebbe una falla in una delle reti di protezione paramassi, che anche a causa del maltempo e della neve ha divelto e fatto cadere oi massi, ostruendo la strada. L’arteria sarà riaperta al traffico fino a lunedì mattina, quando verrà istituito un senso unico alternato nel tratto interessato dalla caduta di massi e detriti.
“Al momento la situazione, costantemente monitorata dai tecnici di Astral Spa, è sotto controllo nonostante stia anche nevicando – fa sapere in una nota l’Agenzia stradale della Regione Lazio – i massi più ingombranti sono stati rimossi ed è in corso la messa in sicurezza di quelli ancora pericolanti; la rete paramassi è stata divelta dalla frana e ne è in corso il ripristino”.
Altri problemi alla viabilità in un’altra parte del paese, nella strada che collega alla frazione di Retrosi, a nord est del centro di Amatrice. Sulla situazione ha tuonato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, secondo cui la situazione della viabilità “è tornata ad essere quella del 25 agosto 2016”.
“La ditta incaricata dalla Regione per ripristinare la viabilità nella frazione di Retrosi è ferma da ieri – ha proseguito Pirozzi – d’altronde ci sono le feste, mica siamo in emergenza! Contemporaneamente, un masso ha invaso la strada di accesso ad Amatrice, con conseguente chiusura di anche questo tratto di strada. Ricordo che da anni chiediamo la messa in sicurezza di movimenti franosi alla Regione. In questi giorni poi, Governo e Regione decideranno l’utilizzo dei fondi per la ricostruzione. Mi auguro che le loro menti siano illuminate. Senza messa in sicurezza di movimenti franosi e finanziamenti per le infrastrutture primarie (fogne, acquedotto e illuminazione ) non si potrà mai parlare di Ricostruzione. Attendiamo speranzosi, in caso contrario dissotterreremo l’ascia di guerra”.
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