Leggo il comunicato di risposta di Rieti Viruosa, con un misto tra nostalgica tenerezza e arrogante ironia. Da una parte scoprire che nonostante Renzi, ed il nuovo corso liberista della sinistra, esistono ancora personaggi alla Nanni Moretti, capaci di astrusi ragionamenti avvitati su stessi, pieni di inutili paroloni finalizzati al vuoto di un pensiero debole, mi rincuora. E’ come scoprire che esistono ancora le lucciole: la dimostrazione che qualcosa delle epoche passate sopravvive. Dall’altra la consapevolezza del grande limite di una sinistra, incapace di andare oltre vuote affermazioni di principio, e soprattutto ferma nella sua volontà di “disegnare” un popolo ed un mondo, che esiste solo nelle loro utopiche elucubrazioni. Le migrazioni epocali, figlie dei cambiamenti climatici, sono modelli che appartengono più alla preistoria, che alla storia moderna. Le migrazioni odierne sono figlie di quel potere economico, che la sinistra da sempre afferma di voler combattere ma che da sempre finisce per assecondare, per insipienza o collusione. I terroristi che insanguinano Somalia,Nigeria, Gambia sono pagati ed armati dalle multinazionali; sono gli stessi terroristi che organizzano la tratta degli schiavi dalle coste libiche, prezzolati al soldo degli speculatori, per i quali svolgono il lavoro sporco. Il fenomeno migratorio odierno è infatti del tutto funzionale al progetto liberista, tendente da una parte a liberare ed egemonizzare alcune zone del pianeta, utili perché ricche di materie prime, e dall’altra a costituire quello che Marx (non Adolf Hitler) definiva l’esercito di riserva del capitalismo. Un mondo senza identità, nazioni, confini, un mondo in cui finanche le identità sessuali e familiari vengono azzerate è il disegno finale delle oligarchie economiche, che hanno bisogno di un grande mercato globale, pieno di uomini privi di appartenenze, in cui una volta cancellate le aggregazioni comunitarie, sia più facile imporre l’unica legge del mercato. Cancellare popoli e civiltà, omologare le culture è il sogno finale di chi immagina l’uomo unicamente come consumatore, privato di una suo identità ed appartenenza. Combattere l’immigrazione significa opporsi a questo disegno; significa essere al fianco di chi oggi combatte in Siria l’aggressione americana, di chi in nome delle sue radici non scappa per trasformarsi in un parassita, ma sceglie di morire per la sua gente. Non c’è niente di semplice in tutto questo, anzi è tutto estremamente complicato. Semplice per me è scegliere da quale parte della barricata stare: non al fianco di quanti inebetiti dal sfavillio delle luci del consumismo globale, accettano di trasformarsi in accattoni per un telefonino, ma con le meravigliose donne siriane che muoiono sulla trincea in difesa del loro presidente e del loro popolo. Se dovete marciare contro il capitalismo, rimettetevi gli anfibi e fatelo per loro .
Chicco Costini
Area Prima l’Italia Rieti
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