di: Armando Michel Patacchiola
“Abbiamo parlato di come il cellulare non debba diventare nostro padrone. Sennò avrebbe ragione Altan, quando dice: ‘ è record ogni cellulare possiede un italiano’ ”.
Con tutta l’ironia e la saggezza che lo contraddistingue Aldo Cazzullo, editorialista e inviato del “Corriere della Sera”, tra i giornalisti contemporanei più influenti, ha presentato dinanzi a un Auditorium Varrone gremito: “Metti via quel cellulare” il suo ultimo libro, scritto a sei mani assieme ai suoi due figli Rossana e Francesco. “Da quando abbiamo scritto questo libro i ragazzi usano il cellulare un po’ meno e un po’ meglio” ha dichiarato a margine della manifestazione ai microfoni di “Start 818”.
Per vivere bene, e per vivere meglio, in una società sempre più tecnologica e connessa, consiglia Cazzullo, “non bisogna mai sottovalutarsi” bisogna “usare bene la rete, usare bene i social che, come mi spiegano i miei figli nel libro, può anche essere rifugio per persone fragili che non si sentono accettate nella vita vera e scoprono nella rete di non essere soli”.
Un tema, quello trattato, “di stringente attualità che ero persuaso che sarebbe stato seguito da tante persone” ha dichiarato un raggiante monsignor Domenico Pompili, vescovo della Diocesi di Rieti, organizzatrice dell’evento.
Sua Eminenza non ha mancato di elogiare Aldo Cazzullo definito come un “giornalista efficace”, con cui condivide l’assunto che bisogna contrastare “l’insidia di essere noi disposti dai mezzi tecnologici e non viceversa”. E che “dobbiamo cercare di essere noi ad avere in mano la situazione e saper alternare lo stare in rete a quelli che sono i contatti fuori dalla rete. Non perché non l’uno sia meglio dell’altro, ma perché la vita è fatta dell’uno e dell’altro”.
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