Perchè un impianto a biomasse a Fara Sabina

Lug 27, 2012 | Altre Notizie | 14 commenti

Giuseppe Moro, Presidente di Convert Italia,: “disponibili subito a spiegare alla comunità il progetto e i vantaggi ecosostenibili delle biomasse”

Convert Italia, azienda romana che opera da 30 anni nel settore energetico, con particolare riguardo alle energie pulite (fotovoltaico e biomasse) ha promosso la creazione, a Fara in Sabina, nella zona di Valle della Madonna, di un impianto a biomasse legnose non trattate per la produzione combinata di energia elettrica e termica.

Cosa sono le biomasse e i vantaggi del loro utilizzo

Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, scarti delle attività agricole riutilizzati in apposite centrali termiche per produrre energia elettrica e termica. Si tratta generalmente di scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria (legna da ardere non trattata, potature boschive, residui agricoli e forestali, scarti dell’industria agroalimentare, reflui d’allevamento).

Nel caso di biomassa secca ad alto potere calorifico, si utilizza la tecnologia della combustione controllata in caldaia a basse emissioni accoppiata a una turbina a ciclo organico.

Nel processo di combustione viene utilizzata biomassa vergine (legno non trattato) e certificata, con assenza di qualsivoglia sostanza clorurata, evitando quindi in modo completo la formazione di diossine.

Affinché avvenga la formazione di diossine, bisogna bruciare plastica clorurata, bisogna bruciare insieme pezzi metallici e bisogna mantenere la temperatura tra 400°C e 800 °C. E queste condizioni possono verificarsi contemporaneamente solo se si inceneriscono rifiuti indifferenziati (che contengono metalli e plastiche) in inceneritori dotati di sistemi di regolazione obsoleti la cui temperatura è difficilmente costante.

Nelle centrali a biomasse realmente sostenibili l’unico combustibile è legno vergine non trattato; non sono presenti né plastiche né metalli, quindi le diossine non si formano perché mancano i reagenti.

Utilizzando unicamente biocombustibili, i trattamenti che vengono effettuati nella centrale produrranno emissioni di anidride carbonica in proporzione alla quantità di carbonio presente nella biomassa stessa (il legno vergine o altri combustibili naturali).

L’anidride carbonica emessa dalla caldaia a biomassa è quindi uguale alla quantità precedentemente già assorbita dalla pianta. La produzione di energia elettrica attraverso biomasse ha la capacità di risparmiare grandi quantità di emissioni nell’aria rispetto ai metodi di produzione che non utilizzano biocombustibili.

Trarre energia dalle biomasse consente quindi di eliminare i sottoprodotti derivanti dalle attività umane, produrre energia elettrica e ridurre la dipendenza dalle fonti di natura fossile come il petrolio. Una fonte di energia pulita su cui l’UE ha deciso di investire al pari dell’eolico.

I biocombustibili sono un’energia pulita a tutti gli effetti; liberano nell’ambiente le sole quantità di carbonio che hanno assimilato le piante durante la loro formazione e una quantità di zolfo e di ossidi di azoto nettamente inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili.

Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive è un ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce i sottoprodotti in modo ecologico.

Va comunque fatta attenzione al concetto di biomassa, per non confonderlo con quello della termodistruzione dei rifiuti: le biomasse sono esclusivamente di origine vegetale e non vanno confuse con i rifiuti delle attività umane. Per ridurre l’impatto ambientale è inoltre necessario che le centrali siano di piccole dimensioni e utilizzino biomasse locali, evitando in questo modo il trasporto da luoghi lontani.

L’impianto di Fara Sabina

L’impianto sarà alimentato con le potature del bosco e degli uliveti. L’area di stoccaggio delle biomasse sarà completamente all’aperto e senza tettoie, occupando una superficie massima di 1.000 mq.

La biomassa utilizzata per la produzione di energia sarà costituita da “cippato” di legna vergine derivante da potatura di boschi (conifere in particolare) e di oliveti, con percentuali minori di altre biomasse come vinacce, stocchi di mais, paglia e frumento provenienti da zone limitrofe.

L’approvvigionamento delle biomasse, secondo la legge, si farà entro un raggio di 70 Km dall’impianto. Le potature di ulivi e gli scarti della manutenzione boschiva saranno trasportati, comunque, entro un raggio di 40 Km dall’impianto. E per minimizzare i costi di trasporto la biomassa arriverà soprattutto dalle numerose aziende agricole attive nelle aree circostanti all’impianto.

La prossimità della fornitura di biomassa comporterà un impatto sul traffico molto limitato. Il traffico indotto dall’impianto sarà infatti di circa 500 trasporti all’anno, uniformemente distribuito nei 12 mesi, non superando quindi un massimo di due trasporti giornalieri

La realizzazione dell’impianto comporterà circa 12 mesi di lavoro. L’organico previsto per la sua gestione e manutenzione sarà di circa 10 persone, selezionate nella provincia di Rieti e istruite tramite corsi di formazione. L’occupazione legata all’indotto (approvvigionamento, trasporto biomassa, sicurezza ed esercizio dell’impianto, ecc.) sarà di circa 20 addetti. In totale la centrale di Fara in Sabina occuperà circa 30 addetti.

Convert Italia utilizzerà i più moderni sistemi di monitoraggio delle emissioni sia in aria che al suolo attraverso le più  innovative tecnologie per il contenimento delle polveri sottili fino a 0,2 micron di diametro aerodinamico equivalente (generalmente definite PM 0,2).Si prevedono 3 punti di controllo ambientale con misure da effettuare con una cadenza prefissata.

L’impianto sarà fornito di sistemi per l’ottimizzazione del processo di combustione azzerando così la formazione di ceneri. Le polveri grossolane saranno abbattute grazie all’utilizzo di particolari filtri chiamati multi cicloni, mentre per l’abbattimento delle polveri ultrafini saranno utilizzati filtri a manica in acciaio.  I filtri a manica sono composti da una intelaiatura strettissima, in modo da avere delle vie di fuga infinitesimali e trattenere al loro interno particelle di diametro inferiore a 0,1-0,2 micron(tra le più piccole conosciute)

Inoltre Convert utilizzerà sistemi di controllo automatico per l’ottimizzazione del processo di combustione. Regolando ad esempio la temperatura fino a raggiungere valori il più possibile costanti è possibile minimizzare, se non azzerare la formazione di incombusti.

Produzione elettrica e termica

In termini di energia termica, la popolazione limitrofa (max 600 metri all’impianto) avrà l’opportunità di usufruire di 4.385 kWt, qualora recuperato per 5.000 h/anno, a circa 2.800.000 m3 metano

L’impianto e in grado di fornire acqua a temperature diverse in accordo con le richieste delle utenze.

In termini di energia elettrica l’impianto produrrà e cederà alla rete elettrica nazionale una quantità stimata di energia elettrica netta pari a circa 6.840 MWh/anno, ovvero il consumo di circa 850 famiglie reatine.

Impatto paesaggistico

La struttura sarà composta da un unico edificio con dimensioni esterne di circa 1.000 mq, (quanto un campo di calcetto a 5).

 

Il progetto architettonico dell’impianto verrà realizzato in modo tale da integrarsi all’interno del contesto esistente. Al fine di minimizzare l’impatto visivo, sarà posta particolare attenzione alla realizzazione degli edifici e rivestimenti e delle strutture di contenimento degli elementi dell’impianto. Le aree non utilizzate all’interno del confine di impianto verranno convertite in aree verdi e piantumate, rispettando le caratteristiche della flora locale, concordate con gli Enti preposti.

Inoltre:

– le opere lasceranno inalterato il percorso stradale che continuerà ad avere il medesimo tracciato esistente;

– l’opera non influenzerà il naturale deflusso delle acque meteoriche che attualmente seguono il naturale declivio dei fondi agricoli;

– la linea elettrica che collegherà l’impianto alle linee Enel, sarà completamente interrata, e seguirà il tracciato della esistente strada vicinale;

– non vi saranno alterazioni permanenti della morfologia e dell’orografia della zona ed i movimenti di terra prevedibili, ancorché limitati, avranno il carattere della temporaneità, inoltre saranno limitati nei volumi e si prevede il perfetto ripristino del luogo;

– è prevista a fine lavori la risemina delle eventuali zone erbose interessate dallo scavo;

– non è prevista la rimozione di essenze vegetale.

Dichiarazione di Convert Italia

Da trent’anni” sottolinea Giuseppe Moro, fondatore e Presidente di Convert Italia  “operiamo nel campo delle energie pulite. Abbiamo anzi iniziato a occuparcene quando ancora rappresentavano una sorta di oggetto misterioso, e tra lo scetticismo generale. Sarebbe davvero assurdo che, dopo aver investito per trent’anni risorse progettuali, oltreché finanziarie, Convert Italia dovesse realizzare – come nel caso di Fara Sabina – un’opera totalmente contraria non dico ai propri principi e valori improntati all’eco-sostenibilità, ma anche al suo naturale business che è, e rimane, appunto quello delle energie pulite”.

Io credo” prosegue Moro “che nel caso di Fara Sabina si sconti (e forse lo abbiamo sottovalutato) una certa mancanza – ma del tutto comprensibile e legittima – di una puntuale informazione sulle biomasse e sui vantaggi che esse comportano. Per questo, ci rendiamo disponibili sin da ora a incontrare le autorità locali e la comunità per un confronto e un dialogo che, siamo certi, ricondurrà tutto alle giuste dimensioni e valutazioni”.

Per ulteriori informazioni:

SEC RP – Marco Fraquelli – 026249991

14 Commenti

  1. Tutte bugie – le nano polveri non vengono filtrate – portatrici di effetti cangerogeni sull’uomo – l’unico dato certo è che questa operazione frutterà alla Convert stimati 12.000.000,00 euro come dire 24 miliardi di vecchie lire. Desidero ricordare che quando qualcuno entra in casa altrui bussa. La Convert vorrebbe arrocarsi a fara Sabina , con faree da padroni in casa di altri, senza chiedere permesso. Risultato grosso bussines speculativo abbassamento qualità dell’aria con conseguenza del declassamento dell’olio DOP abbattimento immobiliare- chi comprerebbe una casa vicino ad un inceneritore — un sadico – e ritornando al bene primario della salute di cui la Convert volutamente vuole ignorare. Se desidera fare una bella figura la Convert si ritiri dal progetto. Una poisizione meritoria per il buon nome dell’Azienda ed il bene salutare degli abitanti di Montopoli Fara in Sabina e paesi limitrofi. p.s. per caso la Convert ha inviato immagini di dove sono allocati altri inceneritori ??’ Scembio e desertificazione di tutta l’area circostantge … Questa la dice lunga…—

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  2. Inceneritori a biomasse”: il veleno invisibile e le notti insonni degli abitanti di Rigutino Vota questo articolo 1 2 3 4 5 (84 Voti)Quando si parla di ‘energia rinnovabile’ risulta difficile il collegamento con una qualsivoglia struttura che generi un processo di ‘combustione’. Già perché di fatto, la materia in questione viene bruciata, polverizzata, non rinnovata. Mesi fa un investitore privato ha proposto di costruire un inceneritore a biomasse in Valdichiana, precisamente in località Rigutino. Una domanda presentata in prima istanza alla Provincia, il 29 novembre scorso, dapprima respinta per insufficienza della documentazione. Pratiche reintegrate dalla società stessa, fino ad arrivare al 16 maggio 2012, in cui si è svolta la nuova conferenza dei servizi, di cui ancora l’esito ci è oscuro.
    Medici, WWF, associazioni ambientaliste, rappresentanti delle varie istituzioni locali, scienziati ed esperti, hanno ripetutamente messo in guardia sulla pericolosità di questo tipo di centrali, che durante il processo di combustione emanano polveri sottili nell’aria. Anche ad Arezzo il Movimento 5 Stelle, il Comitato Tutela Valdichiana ed altri numerosi liberi cittadini, hanno preso a cuore la questione, interrogando le Istituzioni su quello che sarà il futuro e la salute di persone che non vogliono l’inceneritore a biomasse, in un comune impegno per la salute. A tal proposito vi proponiamo un’intervista con il dottor Giorgio Menchetti, medico di famiglia operante nel territorio di Rigutino e zone limitrofe, che entra subito nel vivo del discorso:

    “Di queste polveri sottili conosciamo il pm10 (particelle che provengono dalla combustione di carburanti fossili, che di fatto quando superano un certo livello nelle città, viene fermato il traffico) e le nano molecole (metalli pesanti), le quali entrano nel nucleo delle cellule modificandone il DNA. Da queste modificazioni possono venir fuori malattie metaboliche quali il diabete, che ha come complicante l’infarto di cuore, l’ictus; e le malattie degenerative, come il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, la sclerosi multipla, la SLA etc, ma soprattutto i tumori.”

    Come valuta la situazione di salute in Valdichiana in funzione del danno ambientale?
    “Drammatica. Negli ultimi 4 anni in modo esponenziale sono aumentate le malattie del sangue. Si iniziò con l’inversione di formula, che tutt’ora continua ad aumentare. Si parla di formula dei globuli bianchi, di disturbo del midollo osseo che produce cellule del sangue, il quale potrebbe essere l’innesco di una leucemia. Tra le altre cose, l’ematologia aretina non può più seguire l’inversione di formula in quanto sono concentrati sulle policitemie- altro danno importante in Valdichiana- e sulle leucemie e linfomi, che sono tutte malattie legate al sangue. La policitemia è un aumento esponenziale dei globuli rossi, va trattata, tolto il sangue e fatti i salassi. Già abbiamo voci che in alcuni casi si finisce poi in leucemia, e si muore. Questo è lo ‘stato dell’arte’. Numeri non ne ho, perché sono un medico di medicina generale, nonché un libero cittadino che vive in Valdichiana e che vuole giustizia. Poiché dovrebbe essere chi si interessa di ambiente a portare questi dati, consultando la ematologia aretina, dove i dati sono di difficile accesso per la popolazione. La situazione è talmente drammatica che pensar di farne partecipe la popolazione porterebbe sicuramente ad una situazione di conflitto sociale nonché politico/partitico.”

    Cosa pensa delle centrali a biomasse? E cosa verrebbe bruciato a Rigutino?
    “Le centrali a biomasse sono comunque inceneritori. Non c’è nessuna differenza tra un inceneritore che brucia spazzatura e le biomasse. I danni sono equiparabili. In riferimento alla biomassa futura di Rigutino e quelle della Valdichiana (dove ne verranno costruite molte nella zona del Cortonese) è la più pericolosa in quanto oltre ai danni sopracitati dalle nano molecole, il problema è che questi inceneritori ad olio possono incenerire qualsiasi cosa, anche olio di scarto industriale. Di fatto nelle biomasse si può incenerire di tutto, come in quelli pubblici. I dati drammatici di salute degli ultimi 4 anni ingravescenti sono legati al fatto che nell’inceneritore pubblico e probabilmente anche in quello privato della Valdichiana vengono bruciate sostanze chimico tossiche. I danni da biomassa e da inceneritore sono drammatici, la comunità scientifica lo sa benissimo, quello che non si riesce a far dire ai comitati e alla politica, nonché ai sindaci e ai direttori sanitari è della drammaticità della situazione dell’ematologia di Arezzo, che ha visto aumentare il lavoro in modo esponenziale. 4 anni fa 7 giorni per una visita, oggi 7 mesi.”

    Lei si sente ascoltato?
    “No.”

    Perché?
    “Più volte ho provocato chi di dovere a dare questi dati che non sono mai usciti. La mia è una voce, un urlo nel deserto. La mia presa di posizione è finalizzata ad un’esigenza di Conoscenza, ho sempre chiesto incontri di aggiornamento sull’ematologia per avere una risposta da dare ai nostri pazienti. Anche per il discorso dell’inceneritore pubblico, motivo di contese politiche, ho la sensazione che non ci sia la convinzione del danno, ma la persuasione dell’ottenere equilibrismi all’interno della città.”

    Altro in questa categoria: « Fucile e piattello, l’artigiano di Rigutino che miete successi internazionali Il piccolo re della lizza e il fioretto di Santo Spirito: a Roma in bicicletta per Papa Wojtyla »
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  3. Fonte: http://nuovosensocivico.blogspot.it/2010/11/chiamateli-centrali-biomasse.html

    Poche settimane fa, l’American Heart Association (AHA) ha pubblicato un documento significativo intitolato “Particolato atmosferico e malattie cardiovascolari”.

    In esso viene collegato il tipo di inquinanti tossici prodotti da inceneritori per biomasse con malattie cardiovascolari.

    Si tratta di un esame approfondito dei recenti studi dettagliati su riviste come The Journal of American Medical Association, il New England Journal of Medicine, Circulation, il giornale di Air gestione dei rifiuti, l’epidemiologia e tossicologia inalatoria, e molti altri. (La lista di riferimento AHA cita 426 articoli medici).

    In questo lavoro, si precisa che l’esposizione a particelle in sospensione nell’aria, nell’arco di alcune ore a settimana, può innescare la morte cardiovascolare e eventi non fatali, come infarti, insufficienza cardiaca, battito cardiaco irregolare, e ictus.

    “L’Associazione malati del Polmone” chiede che la normativa non debba favorire la combustione di biomasse.

    La combustione della biomassa porta un aumento significativo delle emissioni di ossidi di azoto, di particelle di biossido di zolfo ed ha un grave impatto sulla salute dei bambini, degli anziani e delle persone con malattie polmonari, perdita di giorni di lavoro a causa di malattie respiratorie, accessi al pronto soccorso, incremento del tasso di ospedalizzazione e di mortalità.
    L’AHA invita gli operatori sanitari, a sottolineare la necessità che il pubblico deve essere cauto sull’ esposizione alle particelle in sospensione nell’aria, per i quali non vi è stabilito un livello minimo di sicurezza.

    Suggerisce sistemi di filtraggio dell’aria in casa, la riduzione del tempo trascorso all’aperto, specialmente nel caso di attività faticose, e di tenere le finestre chiuse in casa.

    “Le centrali a biomasse presentano un rischio inaccettabile per la salute dei cittadini, aumentando l’inquinamento atmosferico …

    La combustione delle biomasse libera piccole particelle in aria e la creazione di particolato atmosferico”.

    American Lung Association

    Massachusetts Medical Society

    Deborah Hartley Deborah

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    • Si ma a quali biomasse si riferisce lo studio americano? Quali tipo di centrali? Ve ne sono di tipi molto differenti!! ad un motore diesel anche recente potremmo applicare, con pochi distinguo, le stesse considerazioni scritte per le biomasse. Cosi come al camino di casa che è il tipo di combustione più inefficiente e pericolosa che c’è e ben ce ne accorgiamo se la canna fumaria non tira.

      Allora entrano in gioco molti fattori, che tecnologia propongono qua? Che livelli di emissione ha? Quaate caldaie classiche si sostituiranno se il calore verrà riutilizzato? Un bilancio costi benefici è complesso ma possibile, però bisogna anche essere disposti a capire la complessità delle scelte e non solo opporsi. Il rischio più grosso è che il cittadino male informato dica no a discariche e centrali a biomasse e non si accorga che sotto casa è apertà quella piccola industria di solventi o di cemento che inquina ed emette molto di più o che la scuola ol il giardino sta accanto ad una strada di grande traffico e li i propri figli sono esposti per molte ore a molti inquinanti.

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  4. L’unico commento che si può fare è nessun commento, ma perchè la Convert non ci dice quanto guadagna da questa operazione a spese della salute degli abitanti della sabina,

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  5. L’unico commento sono le 1.200 memorie depositate e protocollate presso l’urp della Provincia di Rieti che contestano la costruzione di questo inceneritore portatore di malattie e di morte e tutto il movimento popolare che si sta estendendo a macchia d’olio da Ponte Sfondato Passo Corese Montopoli Fara in Sabina Poggio Mirteto ora anche Nazzano, che documentati, determinati dicono no a queste micidiale macchine.

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  6. gentile dott Moro, siamo i proprietari della casa con viale di cipressi e con annessa azienda agricola che Lei avrà sicuramente visto in quella bellissima fotografia scattata dai Suoi validi tecnici. Le vorremmo solamente chiedere qualora Lei si trovasse nella nostra situazione quale potrebbe essere il Suo stato d’animo ? avendo letto che il Vs operato e improntato alla salvaguardia dell’ambiente riteniamo abbiate fatto un grosso errore di valutazione avendo scelto una zona ancora di grandissimo valore paesaggistico. Le saremmo particolarmente grati qualora, compatibilmente con i Suoi innumerevoli impegni potesse fissarci un appuntamento al 333/8675669. Con l’occasione Le inviamo distinti saluti alessio, maria cristina, lucrezia, francesca e alessandro moroni.

    Rispondi
  7. Difficile entrare nelle discussioni che sembrano avere una unica direzione e che coinvolgono in prima persona le persone che nei pressi del progetto presentato vivono e vivranno.
    Però qualche precisazione è necessaria farla anche al fine di evitare di mischiare le cose, di confondere biomasse con biomasse; i termini sono importanti e non è un inutile sofismo usare un termine od un altro, ma è una necessità. Questa responsabilità è a carico di chi è contro e di chi è a favore di qualsivoglia impianto o progetto sia di biomasse che di altra natura.
    Spero quindi che questa mio commento possa offrire un contributo ad una discussione meno emotiva e più meditata.
    In generale dai molti casi studio italiani sulla cosiddetta Sindrome Nimby si evince che una campagna per il NO ad un progetto è più “facile”, specie se il NO viene propagandato attraverso le paure, utilizzando termini che nella memoria di tutti noi sono tristemente presenti (ricordate Seveso, Marghera e adesso l’Ilva); possono bastare il passa parola e pochi volantini per dire NO.
    Un cittadino, che non necessariamente può e deve essere un esperto di biomasse, di fronte ad un pericolo, non importa quanto reale o tangibile, e senza che possa osservare diretti vantaggi per se e la comunità, dirà di no. E’ in fondo un sistema di autotutela di se, dei propri cari e del proprio ambiente. Su questo non c’è nulla da obiettare.
    Però si può dire NO anche senza evocare paure (nano particelle, diossine, ossidi di zolfo, inceneritore) e confondendo i termini, provocando, magari involontariamente ( me lo auguro) disinformazione,
    Se una centrale brucia solo legna poiché nella legna lo zolfo è presente in quantità trascurabili non usciranno ossidi di zolfo dal camino e per questo basta leggere un libro di scienze del liceo.
    Se la centrale a biomasse si preferisce chiamarla inceneritore allora lo sono anche il nostro camino ed il nostro barbecue e lo sono i tanti roghi degli agricoltori che bruciano i residui di potatura per eliminarli.
    La differenza è che nella centrale a biomasse di ultima generazione la combustione avviene in modo controllato e per unità di energia prodotta le emissioni sono bassissime se paragonate al caminetto di casa.

    Ci vuole tempo e spazio per entrare nel dibattito innescato dalla centrale proposta a Farfa ma forse al di là delle posizioni diverse e legittime, la questione invece che SI o NO al progetto potrebbe essere più proficuamente posta in altro modo.

    In quale modo il progetto di una centrale a biomasse nel territorio potrebbe massimizzare i benefici per la comunità e minimizzare i rischi per la salute?

    La rete è un grande serbatoio di informazione e se si cerca e scava senza pregiudizi si trovano anche esempi di centrali a biomasse che hanno distribuito ricchezza e portato benefici condivisi…perché non documentarsi sui casi di “successo”?

    Rispondi
  8. La centrale non si deve fare. La sovranità popolare deve essere rispettata. Ce ne ricorderemo quando saremo nella cabina elettorale. Ci opporremo con tutte le nostre forze a questo scandaloso progetto. Non faremo la fine di Taranto, abbiamo a cuore la salute dei nostri cari. Dovrete passare sui nostri cadaveri.

    Rispondi
  9. A un commento così categorico e a priori è difficile poter replicare, non c’è spazio al dialogo o al ragionamento. Però paragonare anche solo lontanamente Taranto e quello che laggiù è successo di grave, per decenni, al progetto proposto a FARA è semplice e pura disinformazione. Libera opinione certamente, ma nessuna possibilità di discussione. E’ come dire tutti rubano, cosi fan tutti…..
    il qualunquismo non aiuta una comunità a crescere!

    Rispondi
    • Spiacente io non faccio centrali ne le vendo le produco o le sponsorizzo, (quindi quel nn la fate!! è errato)i miei commenti sono solo un contributo a cercare di ragionare e a non avere posizioni ideologiche sia pro che contro qualsiasi progetto ma a studiare e capire meglio per essere informati.

      Rispondi
  10. Il problema a mio avviso non è della centrale in sè, ma delle leggi che attualmente in Italia non garantiscono la sicurezza di tali opere nel nostro paese. Già il fatto che una centrale a Biomasse per legge puo’ essere riconvertita in un INCENERITORE la dice lunga su come sia poco plausibile che qualcuno acceti un progetto simile nel proprio territorio. Insomma prima si cambiano le leggi, poi se ne riparla.

    Rispondi

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